martedì 27 aprile 2010
Correggo: Ipazia, la donna sapiente che nel V secolo affascinò tutta Alessandria, non era cristiana. Ma confermo: non fu uccisa da «Chiesa» e «cristiani», ma da una banda di terroristi fondamentalisti detti «parabolani». Può capitare, lo sbaglio, e così venerdì su un giornale laicissimo che vanta di essere tutto «fatto di fatti», si firmava un articolo seriamente «Pinco Pallino«, e c'era in foto «lo storico Giovanni Miccoli», ma non era lui. E allora? Allora oggi e qui sulla preziosità delle "Lettere" ai giornali. Ieri sulla "Stampa" (p. 34) l'allegro Odifreddi replicava a due lettori " uno lo aveva definito «tifoso» e l'altro «troppo categorico» " ribadendo che solo lui può parlare a nome della scienza, e perciò se dice che «la Sindone è un falso» ha ragione lui, anche se nessuno finora lo ha dimostrato, e poi conclude così: «Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire». Perfetto! Figurarsi poi se uno è, e vuole essere, anche cieco; e poi pretende l'esclusiva! Sempre "Lettere", venerdì sul "Corsera" Sergio Romano, serio come sempre, si iscrive al gruppo di quelli che vedono il presente della Chiesa come effetto all'esterno del suo «scontro con la modernità» e al suo interno dell'«offensiva fra i conciliaristi e i conservatori». Di suo lui giudica che questo secondo conflitto è per la Chiesa «più pericoloso» del primo. Leggi e ti pare che per lui Giovanni Paolo II e Benedetto XVI siano seccamente «conservatori» e «anticonciliari». Beh! Gli schemi facili imperano anche tra chi dovrebbe ragionare meglio. Qualcosa non fila: per rispondere bene ai lettori non basta solo leggere i giornali.
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