giovedì 21 agosto 2014
Nel sito archeologico di Ercolano si riprenderà a scavare per completare la mappa della città sepolta nell'agosto del 72 d.C. dall'eruzione del Vesuvio che distrusse anche Pompei. Dopo 12 anni di attività e 18milioni di euro erogati è la prossima iniziativa dell'Herculaneum Conservation Project che, attraverso una nuova «Fondazione Istituto Packard per i beni culturali», prevede l'esproprio dei terreni circostanti gli scavi per portare alla luce quanto è nascosto, come parte della Villa dei Papiri, e restaurarlo e per riqualificare l'intera area. Ideato e sostenuto dal mecenate americano David W. Packard (erede della dinastia della multinazionale dell'informatica Hewlett-Packard) l'Herculaneum Conservation Project, con il controllo della Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei, dal 2002 si occupa della città morta, “sigillata” dal flusso di magma alto 20 metri. La British School, l'Accademia britannica di archeologia, storia e belle arti, fornisce management e personale tecnico. Il team guidato dalla manager Thompson e dall'archeologo Camardo ha rifatto l'80% delle coperture e ripristinato l'antico sistema fognario, ha salvato decine di metri quadrati di affreschi e mosaici e consolidato le mura. I reperti più preziosi (anche una imbarcazione lasciata sulla spiaggia) sono stati portati al coperto ed esposti, altri sono in attesa di trovare uno spazio adeguato. E Packard non ha nemmeno chiesto di fare di Ercolano un marchio commerciale.
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