sabato 28 giugno 2014
L'Europa abbraccia l'Africa. Titolo che si ripete da qualche anno per sensibilizzare aziende, associazioni di cittadini e in questo caso movimenti cristiani per un lavoro comune tra l'Europa e i Paesi d'Africa. Alla sede della rappresentanza in Italia della Commissione europea si è aperto un convegno promosso dal «Comitato di Cattolici per una civiltà dell'Amore», associazione che opera con gli istituti missionari presenti nelle nazioni povere del mondo allo scopo di promuovere microprogetti, adozioni a distanza e microimprese attraverso campagne mediatiche.Oggi la popolazione Ue è di circa 530 milioni, quella dell'Africa di 800 milioni e si prevede che tra 10 anni il continente africano arriverà ad avere un miliardo e 200 milioni di abitanti. Di fronte a queste cifre non è difficile pensare a consumi e scambi di materie prime tra Africa ed Europa in grande aumento e quindi a cambiamenti di sviluppo industriale, di investimenti, di servizi, e anche di professionalità e nuove capacità di sviluppo.Ci si chiede allora, tra i rappresentanti dei movimenti, quali siano le prospettive per una ripresa europea. È l'Europa oggi che per migliorare se stessa può trovare forza e vivacità di impresa aiutando l'Africa nel suo nuovo cammino. Gli interventi dei rappresentanti delle varie associazioni hanno dato rilievo anche al rapporto umano, alla necessità di offrire lavoro e cultura, quindi finanziare, ma anche offrire formazione. Il che vuol dire creare sviluppo vicendevole dove i Paesi africani, dopo aver subito le antiche colonizzazioni, oggi vogliono riuscire come protagonisti: ma hanno bisogno di sostegno.Quindi un'avventura di solidarietà spetta alle piccole imprese europee che vorranno, attraverso finanziamenti dell'Ue, portare nel mondo del lavoro comune anche il rispetto dell'uomo e – come ha suggerito un missionario delle isole di Capoverde – associare al lavoro l'educazione alla cultura delle istituzioni, a una comunione tra le aziende dei due continenti per uno sviluppo che non riguardi solo la parte economica ma che sia anche capacità di accoglienza e scambio di valori dell'animo.
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