sabato 2 settembre 2017
Entropia: ogni cambiamento impoverisce il sistema e cresce il calore non più utilizzabile. Talora vale anche in pagina. "Sette", supplemento del "Corsera", è cambiato molto: dal direttore in giù si è fatto diverso. Diresti che ora è vezzoso, disinvolto, scodinzolante qua e là, ma nel complesso forse con qualche spregiudicatezza di troppo. Giovedì per esempio vanno a scovare fatti tristissimi del nostro passato tutto italiano la strage fascistissima e italianissima di Debra Lebanon nell'Africa coloniale - qui già più volte raccontata ampiamente e correttamente in pagina informata -
per accusare "la Chiesa" come tale, e del tutto a sproposito. Pur nella novità leggera un po' del solito pesante vizietto: se picchi il prete, non sbagli mai!
Vezzosa dunque la nuova veste ma - è l'entropia - con qualche perdita di energia… Ed ecco che in 5 belle pagine (45-50) leggi l'ampia intervista in cui Michele Placido si racconta a lungo, ma con questo titolone tutto "verticale": «Preferirei che Dio fosse donna: mi fiderei molto di più». Leggi e sorridi: simpatia del personaggio, ma quel titolo cerca a vuoto lo stupore… Non è offensivo pensare che è un vezzo al ribasso, per la legge dell'entropia! Altrove del resto i ribassi sono sempre di turno. E allora ieri ("Il Venerdì", p. 28) titolo maliziosetto. «La Messa è iniziata, andate in spiaggia»! Si diverte, giovanile, la cortese collega, ma il suo stesso linguaggio la dice lunga sulla… in-competenza, fin dal sommario sorridente.
Eccolo: «Da San Foca a Bibione, da Marina di Minturno a Taranto è stata l'estate delle funzioni in formato vacanza. Con tanto di ostie e Vergini Marie». Le "funzioni"? Si diceva così una volta: vado alla "funzione". E quel «tanto di ostie e Vergini» dice non solo leggerezza, ma vaghezza incolta ormai a secco di energia. Appunto: entropia in pagina.
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