domenica 20 luglio 2008
In pagina per singolare contrappasso - vicenda Englaro - interventi senza dubbi e violenti a favore della sua morte per fame e per sete, e misurati, talora timidi, rispettosi di persone e sentimenti a favore della situazione in cui Eluana è accudita, rispettata e persino "accarezzata". Basti qualche citazione. Titolo su "Liberazione" (18/7, p. 1), dove la nostalgia del comunismo non fa sconti: "Il sadismo alla scuola di Benedetto". Leggiadra, Angela Azzaro accusa "la Chiesa cattolica": per lei "ha girato le spalle a Eluana" ed è "spietata". In realtà a "girare" Eluana ogni giorno, con delicata pietà per accudirla, lavarla e curarla da 16 anni, sono le Suore Miserendine, che non sognano "rifondazioni". Ci si mette sul "Manifesto" (p. 14: "L'arroganza dei falsi esperti") Carlo Flamigni, che ribatte a Celentano sul "Corsera". Non condivide, lui, e sono frustate: "non ce l'ho con Celentano" ma
con chi ne pubblica le confabulazioni". Non vanno pubblicate, scrive indignato, perché basate sulla fede in "un misterioso e poco benevolo essere supremo". Domanda cruciale: capiranno, una buona volta, Flamigni e Co, che la fede non c'entra, e c'entra solo la constatazione che in Italia non esiste la pena di morte e non c'è ancora neppure - stando alle leggi - un diritto di eutanasia? Gli insulti scomposti non fanno di un torto una ragione. Vale ancora di più per lo strano scritto di un prete ("L'Unità", 18/7, p. 27): "Dico alla mia Chiesa: non chiudiamo le porte". Giusto: ma neppure per fame e per sete!
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