sabato 31 gennaio 2004
Laici: caldi, freddi e così così. Ieri sul "Venerdì" di "Repubblica" Curzio Maltese ricorda caldo l'esempio di Don Lorenzo Milani: "la battaglia più progressista" che ci sia è "garantire una buona istruzione a tutti". Pollice su. Giri pagina e trovi Piero Ottone, al solito esile e gentile, che si chiede che significhi la religione, "Se chi truffa va a Messa". Allude alla vicenda Parmalat, da cui prende spunto per un curioso paragone tra cattolici e protestanti. Per lui i cattolici sono religiosi, con in più tanta esteriorità mondana; anche i protestanti lo sono, ma senza esteriorità. Ne segue, per Ottone, che poiché la religiosità interiore scompare in tutto il mondo, vinta dal "materialismo imperante", dei cattolici si vede ancora l'esteriorità, dei protestanti non si vede nulla. Un po' tagliata con l'accetta: gentile, ma sempre accetta. Come dipingere col martello. Giri ancora pagina, arriva un titolo eloquente, "Pie illusioni". Ironizza sulla proposta bipolare e larga, "dai Ds all'Udc", di ripristinare la festa di San Francesco: "Miracolo: San Francesco mette d'accordo Polo e Ulivo". Tutti pii, tutti ammiratori delle virtù francescane, sorride superiore "Il Venerdì" sottraendosi al facile entusiasmo del volgo, e si prende subito la rivincita: vedrete, il giorno dopo il ripristino unanime della festa, "gli insulti, le risse in Parlamento e gli anatemi politici riprenderanno". Chi si lava le mani, che poi si sporcano di nuovo, deve smettere di lavarle? Forse chi truffa non è solo chi va a Messa, e in Parlamento litiga anche chi non ammira San Francesco. Togli la Messa, e San Francesco: restano le truffe e i litigi. E allora?
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