venerdì 4 febbraio 2005
Chissà se esiste una correlazione tra la frittura e la festa. Sta di fatto che nei giorni che precedono il Carnevale e poi durante la festa delle feste per antonomasia i dolci a base di pasta fritta attraversano tutto lo Stivale. E sono spesso dolci poveri, talvolta informi, che ricordano proprio l"improvvisazione della festa secondo la via maestra della cultura dell"avanzo.Le frittelle possono così essere semplici palline di pasta cotte nell"olio bollente e impreziosite di zucchero (un must sono le «chiacchiere» o «bugie») oppure preparazioni che contemplano l"uso del miele, altro ingrediente dolce per antonomasia. Da questo punto di vista le seadas confezionate in Sardegna sono talmente esemplari che vengono preparate tutto l"anno e, accanto a pasta e miele, contemplano quell"altro ingrediente classico della cultura conserviera italiana che è il formaggio.A Carnevale, in ogni caso, si fa festa ovunque e la festa coincide sempre con qualcosa da mangiare, ossia con una gioia da condividere (avete mai visto uno fare festa da solo?). Sulle montagne della Valtellina, intorno a Sondrio, il dolce tipico è il «rospo», ovvero lo sciatt, così chiamato burlescamente per la sua conformazione informe. Qui la frittella è a base di farina di grano saraceno e grappa e sancisce ancora una volta il genio di chi sapeva mettere insieme i prodotti a disposizione sul suo territorio.Per fare gli sciatt occorre formare un impasto di farina di grano saraceno (200 g) e farina bianca (100 g). Quindi sale e acqua. Dopo averlo lasciato riposare, prima di friggere l"impasto a cucchiaiate, si può incorporare una manciata di formaggio (Scimud o Bitto), e in questo caso la versione degli sciatt assume quella di un piatto salato che può essere servito tutto l"anno, come realmente accade nella maggior parte dei ristoranti tipici. Lo sciatt di carnevale avrà una spruzzata di zucchero a velo e si sposa bene con un bicchiere di Brachetto d"Acqui. Quello per tutto l"anno va invece gustato caldo con un vino bianco della Valtellina. E la festa inizi!
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