venerdì 22 giugno 2012
Piena attualità, come nel calcio: tempi supplementari. Dopo due "lupus" per mostrare a suon di citazioni che Augias ha il diritto di pensare come vuole e cosa vuole su Chiesa e cattolici, non di falsificare i fatti, e che perciò dice il falso quando afferma che Albert Einstein non credeva in Dio, detestava tutte le religioni, o sostiene che perciò tra scienza e fede – qualunque fede religiosa – non può che esservi contraddizione, oggi un… supplementare. Ieri concludevo citando, sempre da Einstein, il testo in cui egli afferma che «gli atei fanatici non possono sentire la musica delle sfere» dell'Universo. Ecco: sempre ieri, e proprio sulla «musica» un grande vescovo amico che nella Chiesa cattolica e al Concilio ebbe un ruolo assai importante, mi ha segnalato che Yehudi Menuhin (1912-1998), uno dei più grandi e prodigiosi geni della musica, tra i più grandi violinisti di tutti i tempi, nella sua autobiografia "Voyage inachevé" racconta che una volta, ancora tredicenne, alla fine di un suo concerto tutto su Beethoven, fu raggiunto sul palco da un ammiratissimo signore dalla folta chioma bianca, che lo abbracciò sollevandolo di peso ed esclamando: «Adesso io so che veramente c'è un Dio, nei cieli!». Era Albert Einstein! Questo è un fatto, e non una opinione: Einstein era credente e – visto ieri – anche «ammiratore» della Chiesa cattolica… La speranza è che leggere queste righe possa servire a placare la strana protesta giuntami ieri dall'illustre "Cav. Uff. R. D. N." che da Cuneo mi ricorda che Augias ha tutto il diritto ad avere le sue opinioni. Certo! Tutti hanno libertà di opinione. Nessuno ha quella di falsificare i fatti e gli scritti altrui. Fine – spera Malpelo – anche dei tempi supplementari.
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