Il frate questuante «consolatore di Napoli» che tra la gente "raccoglieva" le sofferenze
venerdì 7 febbraio 2020
Essere testimoni del Vangelo significa donare conforto, dare un senso all'inquietudine che alberga nel cuore di ogni essere umano: ecco perché sant'Egidio Maria di San Giuseppe, al secolo Francesco Pontillo, si è meritato il titolo di "consolatore di Napoli". Questo religioso francescano alcantarino era nato a Taranto nel 1729 e fin da giovane aveva coltivato la devozione mariana. In adolescenza sentì la chiamata alla vita consacrata, ma solo a 24 anni riuscì a entrare in convento come fratello laico. Dopo il noviziato a Galatone pronunciò la professione solenne nel 1755 e nel 1759 venne mandato al convento napoletano di San Pasquale a Chiaia. All'inizio era cuoco, poi fu portinaio, diventando il "volto" della comunità religiosa davanti ai tanti che si rivolgevano al convento. Divenne quindi questuante, trasformando questo compito in un'occasione per portare consolazione in mezzo alla gente, specie ai malati. Morì nel 1812.
Altri santi. San Riccardo, re (VIII sec.); beata Anna Maria Adorni, fondatrice (1805-1893).
Letture. Sir 47,2-13; Sal 17; Mc 6,14-29.
Ambrosiano. Sir 37,1-6; Sal 54 (55); Mc 7,1-13.
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