lunedì 22 novembre 2004
Anche gli atei, a loro modo, rendono gloria a Dio. Sono gli unici a portare nel loro nome quello di Dio e la loro associazione (Uaar, Unione atei agnostici razionalisti: quella che distribuisce i «moduli per lo sbattezzo») sta celebrando da ieri il suo congresso: sabato, giorno sacro a Dio per gli ebrei, e domenica, che i cristiani chiamano Giorno del Signore. Al grido di «Scrocifiggiamo l"Italia» si sono riuniti a Firenze, spiega Libero (venerdì 19), «per stilare il decalogo dell"anticattolico». Forse in relazione a questo programma, L"Espresso (in data 25 novembre) pubblica un sondaggio, da cui risulta che gli Italiani (ma le persone interrogate sono soltanto 700) vorrebbero riscrivere i Comandamenti. E pubblica anche «il nuovo decalogo», che, ovviamente, manca di ogni riferimento esplicito a Dio; però nemmeno lui si è accorto che, nonostante ciò, «i nuovi comandamen-ti» stanno già scritti " e molto meglio " nel Vangelo o nell"Antico Testamento. Per esempio: «2° Non fare alcuna violenza all"infanzia»: "Chiunque scandalizzerà uno di questi piccoli..."; «5° Difendi sempre la pace»: "Beati i pacifici..."; «7° Non lasciare soli gli anziani»: "Onora il padre e la madre"; «8° Rispetta la natura e gli animali»: "Il Signore Dio pose l"uomo nel giardino di Eden perché lo coltivasse e lo custodisse"; «6° Non approfittarti delle disgrazie altrui» e «9° Non essere razzista verso chi è diverso da te»: "Ama il prossimo tuo come te stesso". Gli altri quattro sono immutati. Quando si dice le radici... Pietà per gli atei: oltre tutto non riescono mai a essere originali e non hanno il senso del ridicolo.P. S. - L"Espresso pubblica anche un nuovo comandamento poi non inserito nel decalogo: «Non fare discriminazioni tra uomini e donne». Giusto, perché in copertina una ragazza sensuale e provocante annuncia: «Esclusivo: Sexy 2005, tutte le immagini del calendario Pirelli»: 24 foto di donnine-oggetto.
BRAVITÀSu Repubblica (mercoledì 17) Francesco Merlo, convinto di essere bravo, ha riempito una pagina intera di nonsense a (s)proposito del giudizio che la Corte Costituzionale è stata chiamata a dare sul Crocifisso nelle scuole e nei tribunali. Ecco solo qualche esempio (di più Merlo non merita): «La Chiesa che non si fa seppellire dalla patristica e dai suffumigi della sofistica teologale... Rendere la croce il nostro segno zodiacale... Il crocifisso contundente che offende la scienza... I missionari che vorrebbero portare il paradiso in terra... Dio è una ricerca ed è ridicolo antropizzarlo... A noi [...] che crediamo in un Dio personale e privato [...] non piace l"idea che Dio si sia fatto mettere in croce come accadeva ai traditori». Merlo sembra essersi iscritto al partito dei Farisei e del Sinedrio. E crede che «Dio personale» significhi di proprietà privata. «Bravità» la sua (Il Foglio, venerdì 19), più che bravura.
NON POSSIAMO NON?Il filosofo Alberto Arbasino scrive alla Stampa (domenica 14): «"Non possiamo non dirci cristiani"... E come no, signora mia! A chi lo dice!... Ma nemmeno possiamo non dirci latini? E ovviamente pagani? Lo vada a chiedere a Romolo e Remo e a Giulio Cesare, cara». E magari gli piacerebbe anche non dirci omosessuali? Lo vada a chiedere a Socrate, caro.
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