giovedì 14 luglio 2005
Lezioni alla Chiesa cattolica. Oltre l'ostilità pura, per cui la religione è sempre "l'altro" e il nemico, spesso si oscilla tra "Come ti erudisco il pupo" - i cattolici sono sempre "i pupi" e quelli che scrivono gli "eruditori" - e "L'amico degli animali", sempre i credenti, che al massimo possono fare "Andalù" e portare il bastone al maestro. Ieri su "Liberazione" (p. 6) un pezzo sulle finanze vaticane danza allegro su cifre, palazzi sacri e profani, e mescola fin dal titolo dolce di superficie e agro profondo: "Vaticano, i conti tornano in attivo, ma quanto vale il patrimonio sul mercato?" Già! Quanto vale? Tu senti l'eco lontana di Stalin - "quante divisioni ha, il Vaticano?" -, ma la domanda resta inevasa. Questo Vaticano non risponde mai! Più sottile e negativo, sempre ieri, lungo pezzo in apparenza pacato del "Manifesto" (p. 12) - "L'elemosina e il potere" - che in sostanza arruola la Chiesa cattolica, identificata col Vaticano, al servizio dei ricchi, alleata del "capitale" - nominato una decina di volte - inguaribilmente lontana dalle masse povere, con sulle spalle un passato oscuro fatto di dominio, crociate e anticomunismo sbagliato, e un presente di complicità reale con gli Stati Uniti di Bush. Di qui la sentenza: una Chiesa in "situazione drammatica". Segue il "che fare?", eco di Lenin, ma la conclusione è che "è un discorso difficile". Suona la campanella: la lezione a Papa e cattolici è finita, per oggi. Ieri anche "Il Riformista" (p. 4 e 5): tre lezioni su fede ed evoluzione. Seriose, ma scontate le prime due, stupida e provocatoria la terza che scherza pesante su Dio. Grazie: terremo conto.
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