giovedì 8 aprile 2010
Anche ieri in pagina ebraismo e cristianesimo, e dunque ripesco dal "Foglio" (1/4, p. 2) Angiolo Bandinelli: «O Gesù o Cristo. Ebraismo e cristianesimo insegnano cose diverse, malgrado le aperture del Concilio». Lui da «radicale» combatte sempre, e qui il fuoco è su una frase di Giovanni Paolo II: «Chiunque incontra Gesù Cristo incontra l'ebraismo». Smascherato l'inghippo! «A un attento esame l'espressione contiene un'ambiguità che ne rovescia e annulla totalmente il significato, quello che Wojtyla voleva far passare». A Bandinelli non la si fa: neppure dal Papa, che sulle relazioni ebraico-cristiane «voleva far passare» un senso di comodo. Lui dunque scrive che ha «ruminato» molto sulla storia difficile tra le due fedi rivelando " sorpresa! " che esse sono diverse e lo restano, alla faccia degli sforzi del Concilio, del quale lui cita «un testo esplicito», che però forse non è del Concilio, essendo lui «non esperto» in materia... Insomma, per Bandinelli il Concilio dava come superate difficoltà, diffidenze e differenze di 2000 anni che invece " rivelazione! " restano tutte. E perciò per gli ebrei Gesù è solo Gesù di Nazaret, mentre per i cristiani è Gesù il Cristo. Originale? Sì, ma del tutto fuori bersaglio. Giovanni Paolo II infatti dice che «chiunque incontra Gesù Cristo incontra l'ebraismo», ma non che chiunque incontra l'ebraismo incontra Gesù Cristo. Pare poco, ma sul tema è tutto. Ci «rumini» ancora su, Bandinelli: impossibile incontrare Gesù Cristo senza incontrare l'ebraismo, possibilissimo incontrare l'ebraismo senza incontrare Cristo. Quel furbacchione di «Wojtyla» aveva ragione!
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