sabato 27 aprile 2019
La nostra maggiore ricchezza è l'immaginazione. Non lo è la speranza perché ha un tempo limitato, non lo è la buona volontà perché ha un tempo determinato, non lo è il coraggio perché dopo l'impeto iniziale diventa pesante. L'immaginazione è leggera, ha tempi lunghi che si lasciano ripetere senza fatica, ritorna quando vuoi e sa tacere quando è necessario. Si può tenere da parte quando non è il momento adatto per averla vicina, la si trova accanto nel momento migliore della giornata e può dare colore alla notte insonne. Se non ho niente invento, se non dormo mi regalo una storia, se sono sola (solo) in un pomeriggio di festa mentre tutti sembrano felici di affrontare cose o posti nuovi, metto una sedia davanti ad una finestra e lascio che la fantasia trasformi quello che vedo in qualcosa che desidero. In modo differente, ma con lo stesso principio facevano i miei genitori quando a primavera si permettevano una passeggiata, il sabato pomeriggio, lungo la via Cola di Rienzo, strada commerciale di Roma nel quartiere non lontano da casa nostra. Lo stipendio di mio padre allora bastava appena al modesto vivere della famiglia e quasi niente restava per acquisti straordinari. Allora risolvevano la cosa in questo modo: «Che bello questo mobile, lo compriamo? Certo andrà benissimo nella nostra camera. E tu non vorresti per Natale questo abito grazioso, ti terrebbe caldo. Si ma avremmo bisogno di una scrivania dove potresti fare le tue traduzioni dal tedesco nelle ore del pomeriggio. Hai ragione ci penseremo la prossima settimana». E così passavano i giorni ed a noi che chiedevamo, al loro ritorno: cosa avete comperato? Rispondevano raccontandoci le loro fantasie che a noi sembravano delle possibili realtà. Oggi faccio lo stesso gioco quando le ore della domenica passano senza rumore mentre dalla mia finestra vedo solo uno spicchio di orizzonte che si libera tra l'accavallarsi delle case. Forse non amo i giardini perché non ne ho uno? Forse non amo gli animali perché non ho modo di tenerli vicino a me? Allora trasformo quei vasi di foglie verdi della terrazza di fronte in un bosco di alberi mossi dal vento, e i piccoli balconi aridi e silenziosi in viali fioriti, i tetti delle case più lontane in alte montagne ed il cortile qui sotto in un lago dalle acque scure. Il segreto è convincersi che il mondo con le sue bellezze appartiene a tutti e che possiamo con l'immaginazione se non con la realtà godere ogni giorno il suo esistere attorno a noi. La pace, la bellezza, la felicità, l'amore nascono dentro di noi con la prima luce e il primo respiro. Il grido della nascita non è un pianto, ma la vittoria della vita, qualcosa che non si deve perdere negli anni anche quando il dolore si fa spazio e oscura il giorno.
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