domenica 19 maggio 2013
Se anche in paleologia ed evoluzionismo ci fosse una società di rating come, per esempio, la Standard & Poor's, che mettesse e togliesse le "A" agli evoluzionisti, il povero Darwin ne perderebbe sicuramente qualcuna. Un paleoantropologo angloamericano, Ian Tattersall, ha scoperto l'"Homo Symbolicus" ovvero «il momento esatto in cui siamo diventati umani». Su Repubblica (venerdì 17) Tattersall spiega che «la diversità rispetto agli altri viventi è frutto non dell'evoluzione, ma di un "evento" improvviso» e questa «innovazione è emersa non come adattamento, ma come "exattamento", cioè "un adattamento nato per assolvere a una certa funzione», che nel nostro caso sarebbe «l'invenzione del linguaggio, cioè dell'attività simbolica per eccellenza». Chissà che, studiando ancora, il nostro paleoantropologo non scopra che quell'"evento" fu, magari, un fiat (che in questo caso sarebbe stato anche un "fiato", un soffio) di Dio.UN ANTIMATRIMONIOSecondo la sociologa Chiara Saraceno su La Repubblica di venerdì 17 (a cui ha già risposto autorevolmente monsignor Paglia su Avvenire di ieri) «il fondamento contemporaneo del matrimonio […] è la scelta libera di due persone di mettere in atto un progetto di vita comune, basato sulla solidarietà reciproca e sull'affetto». Un po' scarso, in verità e anche abbastanza erroneo, ma si comprende il perché di questa povertà e inesattezza di contenuti quando si legge la frase successiva: «Non c'è nulla nella relazione omosessuale che sia in contrasto con questo fondamento». Davvero nulla? È strano che una sociologa che insegna a Torino e a Berlino trascuri che quelle «due persone» debbono essere «diverse» e che la diversità sia necessaria per riprodursi e costituire una famiglia. Eppure, poche righe più avanti, Saraceno scrive un altro sorprendente errore: «A differenza del matrimonio, la filiazione implica responsabilità e diritti che vanno oltre il singolo e la coppia, coinvolgendo in primis i figli, ma anche le parentele». Perché «a differenza», se il matrimonio si caratterizza proprio per la filiazione e le relative responsabilità? Anche questo voluto immiserimento (matrimonio senza figli) si comprende, perché alla Saraceno serve per mettere sullo stesso piano di quella naturale la «riproduzione assistita con donatore/donatrice» e soprattutto la «maternità surrogata» (tutte cose vietate dalla Legge), cui l'omomatrimonio dovrebbe necessariamente ricorrere. E non parliamo delle conseguenze psicologiche sui figli e degli aspetti morali di un tale impossibile matrimonio. No, professoressa Saraceno: tutta la relazione omosessuale è in contrasto con il fondamento del matrimonio. SALVATAGGIO PENALELe cronache romane di questa settimana riportano due casi di suicidi. Ad Acilia (un quartiere tra la città e il mare) una donna di 60 anni si è gettata in un pozzo. Un uomo di 53 anni, si è invece buttato nel Tevere, perché licenziato. In entrambi i casi i due sono stati salvati dalla bravura e dal coraggio dei vigili del fuoco. Se dovesse valere il criterio descritto da Vito Mancuso, di cui questa rubrica si è occupata domenica scorsa (cinque forme di vita e rispetto della scelta di «mettere fine» alla «vita-bios» o solo biologica, quella che vale meno di tutte, ma che farebbe fuori anche la «vita-nous», cioè spirituale) e se quel criterio divenisse legge, come molti vogliono, i vigili del fuoco verrebbero condannati come colpevoli di salvataggio.
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