domenica 3 luglio 2016
A me sono capitate delle storie incredibili. I primi anni della scuola elementare, incominciavano, per quanto ne avessi notizia, a circolare le banane nell'italica alimentazione. Allora il diabete era poco diffuso, siamo negli anni 50. La frutta nell' abbecedario, era la stessa che girava nel paradiso terrestre dei nostri orti: uva americana, non gustosissima ma che non muore mai, pera, mela autunnali, cachi in inverno ed ancora i fichi estivi e le primaverili ciliegie. Durante l'intervallo scolastico, solo due o tre compagni di classe gustavano la banana. Io non l'avevo mai assaggiata. Somigliava ad un boomerang e quando la sbucciavano, su tre lati, mi pareva Venere che nasce dalla schiuma del mare. A volte mi sembrava invece una zanna d'elefante. Di frullati, neanche a parlarne, e quand'era matura mi suggeriva una di quelle lune che appaiono alle prime tenebre. Brutta faccenda la fantasia e meravigliosa ad un tempo. Chiesi, dopo ripetute esitazioni, a mia madre di acquistarmene una, giusto per sperimentarne il sapore e la consistenza. La risposta falsissima e parsimoniosa fu immediata. La povera donna ignara dell'argomento cercò di dribblarmi con l'affermazione che essa banana aveva il sapore della patata cotta ma che quest'ultima era molto meglio di lei. E più non dimandar.
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