lunedì 3 novembre 2003
La bocciatura del "divorzio sprint" ha sollevato tra i «laici» un"ondata di scandalo. Anch"essi, infatti, hanno i loro dogmi e divorzio e progresso sono tra questi: guai a contrastarli. A loro difesa Guido Ceronetti ha chiamato in soccorso, su La Stampa (domenica 26), il moralista francese Nicolas Chamfort, il poeta inglese William Blake, entrambi del XVIII secolo, e lo scrittore russo Anton Cechov (sec, XIX), tutti campioni di attualità e di modernità. Ecco, in ordine, i loro profondi pensieri: «Il divorzio si corica ogni notte insieme e accanto agli sposati» ed è «il carro funebre del matrimonio»; «Se temete la solitudine, non sposatevi». Ovviamente Ceronetti si è lasciato convincere che «l"unione totale e felice, se non esistesse che per breve tempo, sarebbe intollerabile quanto l"unione infelice». E nel suo personale vangelo ha trovato che «la massima buona è: "Non tenere uniti per forza quelli che Dio ha separato"». Per fortuna «la feroce prescrizione monogamica ha perso il sostegno degli Stati» mentre «l"impaziente getto poligamico è stato fatto rizampillare dalla psicanalisi» (io credevo dalla presenza islamica). Morale: «La coppia viaggia per un po" dentro quell"unica bara, ma oggi i cavalli che tirano il carro vanno molto più in fretta o li ha surrogati il Diesel». Mi figuro la simpatia che Ceronetti avrà per Adel Smith. Perché non gli chiede un po" di petrolio islamico per il suo divorzio Diesel?IL RISCHIO "LAICO"In ogni caso, tutta la colpa è, come sempre, del «partito del cattolici». Questo è il giudizio comune dei quotidiani "laici". Venerdì 24, su Repubblica, Curzio Maltese lo aveva definito «il partito del passato» (quello di Ceronetti forse è del futuro) mentre lunedì 27, in un fondo del Corriere della sera, Angelo Panebianco ha esaltato «i modernizzatori» contro i «tradiziona-listi» del «partito neoguelfo», che «rinuncia in ogni occasione ad affermare la laicità dello Stato». Quest"ultimo è un altro intoccabile dogma «laico» e rischia ormai di diventare la base di un fondamentalismo di nuovo tipo. È evidente, infatti, che questa dogmatica «laicità», affermata come scelta etica, finirà per diventare il fondamento di uno Stato etico, che a tutti vorrà imporre la sua «etica laica».Lo aveva già scritto Maltese, parlando della «incapacità di darsi principi coerenti, di assumere un"etica laica una volta finita per sempre la stagione delle obbedienze alle Chiese di qualsiasi genere». Non capisco perché ai cattolici, quando votano in base alle proprie personali convinzioni si debba imputare una colpevole eterodipen-denza e, invece, i «laici» siano sempere assolti da qualsiasi appartenenza (Massoneria, Internazionale socialista, per esempio). La vera laicità, che significa rispetto degli altri e delle loro idee, comincia con il rispetto di se stessi e delle idee proprie. Altrimenti sarebbe tutto fuorché coerenza. Ogni giorno di più ho l"impressione che, anche politicamente, i veri "laici" siano i cattolici.BAMBINI ANNEGATIIl filosofo della sinistra Massimo Cacciari già lunedì 27 del Crocifisso rimosso aveva detto all"Unità: «È il volto dei bambini annegati a Lampedusa».
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