sabato 9 ottobre 2021
Era già notte nel cielo; nei boschi lontani i rami scuotevano le foglie con l'aiuto di un leggero vento che lasciava il suo grido senza pace. Gli animali cercavano di portare via il cibo uno all'altro senza pietà e fuggivano davanti a chi era più forte. Gli uomini si comportavano allo stesso modo: rubavano, uccidevano, fuggivano per qualche ora, per qualche giorno. Chi aveva insegnato loro a vivere pensando a se stessi invece che al bene degli altri? Chi aveva offerto loro di usare la forza personale al posto della persuasione, della pietà, della condivisione? Chi aveva dovuto lasciare la propria casa, il povero rifugio, la terra che offriva da mangiare ai propri figli senza vedere un orizzonte possibile e forse sereno? La nostra stampa ci illustra qualche pagina appena visibile dove la morte ha fermato un bambino in mezzo alla sabbia bruciata dal sole. Il fotografo non ha potuto dare realtà maggiore a quella fine innocente: non c'era domanda, non c'era risposta. Forse il mondo stesso darà una risposta a queste nevi sulle alte montagne che si sciolgono senza ragione, a queste piogge torrenziali inaspettate che seguono giorni dorati dal sole senza tempo, senza ragione. C'è qualcosa di inaspettato in tutto questo, quasi privo di senso come quando vediamo i fiumi allargarsi al di là delle loro normali sponde e subito dimentichiamo il loro antico nome. Sembra che la terra chieda il nostro aiuto, la nostra vecchia serietà che ci teneva attenti al suo movimento, al suo girare sereno e sicuro fra le stelle che ci guardavano. Quale sarà il nostro compito? Forse diminuire la forza nuova che impegna ogni giorno nuovo lavoro? Forse restituire a questo Globo che una volta ci sembrava infinito quella misura immensa che gli avevamo con la fantasia, regalato. Forse dargli una vita nuova piena di coraggio, di impegni senza paura, di popoli pronti a credere in un futuro da costruire con le proprie mani. Gente che crede nella buona volontà, che saprà offrire il proprio bene per tutti, senza paura delle divisioni future. Un cielo, dove le nuvole porteranno aria gentile e luce, pace e serenità. Il suo respiro sarà un aiuto per la vita, una certezza d'affetto, un abbraccio senza fine, un tempo che sembrerà d'argento come le frecce che attraversano i cieli con un grido felice per un regalo di bontà e di bellezza. La bontà riempirà l'anima, l'amore dei piccoli avrà il colore del cielo e le nostre mani, anche se piene di anni avranno una carezza anche per chi un tempo non ci voleva bene. Forse gli angeli, mai visti prima, ci saranno davvero, vestiti di bianco e d'argento: ci guarderanno con pietà, pensando a quante sciocchezze avevamo fatto nel tempo che credevamo felice. Oggi la realtà ci sta davanti e ci guarda con i suoi occhi profondi per ricordarci: «Attento, sii buono, hai ancora un po' di tempo».
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