giovedì 19 novembre 2020
Signore, di tutte le domande che tu lasci dentro di me, ce n'è una che cresce come un'inquietudine che non mi dà tregua: "Che ne fai del tuo tempo?". Tu lo sai, io mi perdo nelle cose da fare, nelle faccende da sbrigare, dietro questa e quell'altra responsabilità, nell'eterno viavai delle commissioni da espletare, nell'incalzare dell'agenda, nell'apparente buona coscienza di chi può dire che almeno formalmente sta facendo, sta compiendo il suo dovere… E in mezzo a tutto questo, lo confesso, il tempo della mia vita pare una corsa trafelata in vista di un piccolo fine, dove non c'è spazio per la tua novità, più che un'ampia e generosa semina del tuo Regno. Assomiglia più al cerino che esaurisce con sé la sua fiammella, che non all'innesco dell'inaspettato fuoco del tuo Spirito.
Per questo vorrei domandarti sapienza: per il mio modo di vivere e di ripartire il mio tempo. Aiutami a portare a termine il mio lavoro e il mio svago, il mio sforzo e la mia pausa, come tempi di vero dono e di incontro. Come tempi che non siano solamente del tempo, ma una circolazione di entusiasmo e di affetto, emanazione di vita, opportunità offerta alla speranza, umile ospitalità aperta all'infinito. E non si tratterà di avere maggiore tempo per questo o per quello. Si tratta soprattutto di impregnare di qualità spirituale ed evangelica il tempo reale che mi è dato vivere.
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