domenica 26 febbraio 2017
«Cristianesimo rottamato»? E proprio dal Papa? Domenica scorsa Libero pubblicava uno dei tanti articoli-lenzuoli con cui vuole dimostrare di essere più cattolico di Francesco (sia del Santo che del Papa) e che «Bergoglio pensa più agli immigrati che alla religione». Non si è accorto che per noi tutti, Papa compreso, gli immigrati – per dirla nel modo del citato articolo – sono molto più «religione» di un discorso, per esempio, «sulla libertà di coscienza». Ricorda il giornale-giudice senza mandato che noi tutti saremo «giudicati sull'amore»? O ha dimenticato le parole di Gesù a tutti noi: «In verità vi dico, quante volte avete fatto qualche cosa a uno di questi minimi miei fratelli, l'avete fatta a me e se non l'avete fatto a loro, non l'avete fatto a me. E questi andranno all'eterno supplizio, perché ebbi fame e non mi deste da mangiare, ebbi sete e non mi deste da bere, fui pellegrino e non mi ospitaste, ignudo e non mi copriste…»? Nel Vangelo di Matteo sembra di leggere e di vedere la fotografia di un barcone di immigrati che arriva sulla costa della Sicilia magari con a bordo qualche cadavere di chi è morto di fame, di sete, di freddo o della paura di non essere accolto. Andrà alla vita eterna solo chi avrà abbracciato Gesù dalla pelle nera o bianca che sia, estenuato dalla fame e dalla sete, ignudo e alla ricerca non di chiese da demolire e preti da bruciare vivi, ma di un tetto e di un letto, di un lavoro e di un sorriso e una carezza.

DIGNITÀ DEL MORENTE
Qualcosa di simile si può dire per coloro che sono ai limiti della vita, malati, sofferenti, paralitici, ciechi. I giornali che si dicono "laici" scrivono che in queste condizioni il morente ha perso la sua dignità e, per ridargliela insieme con la morte, gli staccano la spina, gli sfilano il tubo dell'ossigeno, gli fanno bere una moderna cicuta, di quelle che – a dire dei fornitori – servono a restituire un po' di dignità proprio nella morte cercata. E non sanno che la dignità e la civiltà non sono il benessere, la salute, la non sofferenza, ma sono proprio tutto ciò che si vuole togliere senza riuscirci: la vita umana; che la dignità come la povertà sono la condizione di chi soffre ed è morente, perché allora l'umanità si mostra in tutta la sua sostanza. Chi mai può avere più dignità del Cristo sulla croce, che parlava con il Padre e si faceva compagno di un malvivente?

ASPETTA E SPERA
La Stampa annuncia (mercoledì 22) che «gli ingegneri del Dna cambieranno anche l'evoluzione» manipolando i geni, cioè modificando la nostra vita. Nel 1866 Gregor Mendel, monaco agostiniano e naturalista, cominciò a studiare e a manipolare lo sviluppo dei vegetali. A quasi due secoli di distanza si discute ancora se le modifiche artificiali, per esempio, del granturco siano un bene o un male, non vorremmo che i nostri geni cadano delle mani di qualche apprendista stregone.
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