martedì 22 settembre 2015
Di cucina geotermica, che sfrutta il calore terrestre, i pescatori puteolani sono veri esperti avendo a disposizione la Solfatara (ottimo il dentice con le patate cucinato sulle caldissime pietre intorno ad un soffione). È prezioso calore in superficie, ma i geologi napoletani, esperti anche in gastronomia, sono andati un po' più a fondo, nel sottosuolo tufaceo di Napoli, che nasconde vere meraviglie. Ecco quindi la novità in questo particolare campo culinario: la pizza, anzi un'intera pizzeria. La prima geotermica, dotata di camere tufacee per la lievitazione della pasta e di forni in tufo. Si trova all'interno dell'area conventuale dei Teatini, nel Decumano Maggiore, cuore di Napoli, ed è letteralmente scavata nel Tufo Giallo napoletano. Vincenzo Albertini, geologo, presidente di Napoli Sotterranea, è l'ideatore della pizzeria geotermica, nata dopo particolari studi e ricerche non solo delle caratteristiche del sottosuolo cittadino anche della storia di Napoli e della pizza, a cominciare dall'impasto usato dai panettieri greco-partenopei, molto famosi al loro tempo. «In alcuni punti della città si raggiungono parametri microclimatici tali da conferire alla pasta lievitata proprietà organolettiche molto particolari», spiega Albertini. Utilizzando dunque forni realizzati in tufo e pasta per la pizza lievitata dalle 24 alle 48 ore esclusivamente in camere tufacee si ottiene la pizza geotermica. Condita forse con i pomodori coltivati nel giardino sotterraneo? Chissà. Lo si saprà durante la Settimana del Pianeta Terra, dal 18 al 25 ottobre prossimi.
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