domenica 21 agosto 2005
Questa settimana "L'Espresso" è in edicola con molto" latte: alle ginocchia di chi legge. In copertina foto di Benedetto XVI, puro pretesto per due pagine di maldicenze - "Comunione e separazione" - su una presunta "guerra" tra gli eredi di don Giussani: confusione mirata e malignità assortite. Questione di stile. Vale anche per una marmellata "esclusiva" - "L'amore non si clona" - che dà spazio ad una serie di stramberie tra il clownesco e l'allucinato, il buon senso e la superficialità di Michel Houellebecq, presentato come "grande scrittore", che sragiona di tutto, dal sesso a Dio, passando per l'immortalità e la cultura. Persino più strampalato dei pensieri di Beppe Grillo ampiamente riportati alle pagine 50-54, che però fa ridere. Il "grande" Houellebecq, tuttavia, ha uno sprazzo di genio quando afferma che "il pensiero oscurantista ha iniziato a manifestarsi con l'illuminismo", che divinizzando la natura ha originato "la paura della scienza". Caspita! Chissà che ne dirà l'Eugenio Scalfari, cultore dei Lumi? Lui in ultima pagina bacchetta, al solito, "anche la Chiesa dell'eminentissimo Carlo Ruini""che però si chiama Camillo. Segnalo, tra il "latte" stucchevole, anche un'intervista di Riccardo Lenzi alla cantante Cecilia Bartoli, che mescola senza logica musica e chiacchiere maldicenti su Papi e Chiesa. La Bartoli è "mezzosoprano": intervista di mezza-cultura. Si salva qualcosa? Certo. Bella una pagina di Giampaolo Pansa -"Comprati e venduti, ma non servili" - che difende il giornalismo "cattivo" e trasversale, impertinente anche con i potenti. Anche a Malpelo piace così"
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