domenica 18 ottobre 2009
L'Osser-vatorio Inter-nazionale Cardinal Van Thuan sulla dottrina sociale della Chiesa, che non è un organismo della Santa Sede, ma un ente indipendente che collabora con le Conferenze episcopali e altri Organismi ecclesiali e specialmente con il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, ha diffuso un "decalogo" sulla famigerata RU-486 per ricordare, giustamente, che si tratta di «un veleno che ha lo scopo di determinare la morte di un embrione umano». La Repubblica (giovedì 15) reagisce definendo questo memorandum una «violenta offensiva» del Vaticano, ma trascurando la violenza occisiva di quella pillola. Questo è solo un esempio del linguaggio laicista dei giornali. Ci siamo abituati. Vale ancora la pena, però, di leggere su Il Fatto Quotidiano (il nuovo giornale della sinistra, mercoledì 14) una breve antologia dall'intervista che Paolo Flores D'Arcais (filosofo, dunque saggio per definizione) ha fatto allo scrittore portoghese José Saramago (Nobel 1998 per la letteratura), noto per il suo "Il Vangelo secondo Gesù Cristo", che in realtà è una fantasiosa biografia del Messia che distorce fino alla blasfemia la vita e la passione di Cristo. Questione: «Ratzinger, da quando è divenuto papa pretende che tutti i parlamenti dell'Occidente debbano imporre a tutti i cittadini, credenti o meno, leggi che obbediscono alla volontà di Ratzinger stesso in tutto ciò che riguarda il sesso, la vita, la morte, la ricerca scientifica [...] Ratzinger sarà così il padrone dei nostri corpi, un vero e proprio ritorno al medioevo». Risposta: «Ratzinger è nulla più di un dettaglio [... ma] che Ratzinger, per rinforzare le sue mire, abbia il coraggio di invocare Dio, un Dio che non ha mai visto, con il quale non si è mai seduto a prendere un caffè, dimostra solamente l'assoluto cinismo intellettuale del personaggio [...] Alla Chiesa nulla importa del destino delle anime, quello che ha sempre voluto è il controllo sui corpi».
Soltanto due piccoli autoritratti di un filosofo e di un Nobel.

L'ABORTO SECONDO PILATO
Seconda antologia della stampa "laica". Ecco su Repubblica (mercoledì 14) una bella descrizione della celebre abbazia di Mont Saint-Michel, la minuscola isola collegata alla terraferma della Bretagna. L'Autore parla anche dell'arcangelo San Michele, definendolo «capo delle schiere angeliche, erede cristiano di Mercurio», il dio dei ladri e dai piedi alati. Altro che erede, povero arcangelo: era noto agli ebrei fin dai secoli XII e VII prima di Cristo (vedi i libri dei Giudici e di Daniele) e ai cristiani nell'Apocalisse. Sempre su Repubblica (lunedì 12) appare questo titolo: «Consacrati cinque nuovi santi». Invece su Libero (martedì 13), una foto dal Tamil Nadu (uno stato nel sud-est dell'Unione Indiana) mostra «la fede nuziale messa sull'indice del piede». Infine su La Stampa (lunedì 12) e con invidia verso «il mondo civile» dove la RU-486 già da tempo provoca «l'espulsione del materiale abortivo», un ginecologo impartisce una bella lezione di etica medica e di solidarietà sociale: «Legislatori e preti, medici e assistenti sociali non dovrebbero più interessarsi dell'aborto, facendo sì che questa scelta, difficile e dolorosa, riguardi unicamente la donna e la sua coscienza». Perfetta e logica maschilista, pilatesca e isolazionista dell'abortismo.
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