mercoledì 13 luglio 2016
Le spoglie di san Bassiano fecero il giro delle chiese di tutti i paesi della diocesi di Lodi, dove restavano per ventiquattro ore. Così nel paesino dove sono ospite, a mezzodì, la chiesa viene chiusa e riaprirà dopo un paio d'ore. È domenica e mi viene chiesto, per non lasciar solo il santo, se voglio fargli compagnia. Accetto volentieri. Un paio d'ore in solitudine con un santo, non è storia di tutti i giorni. Lui ha i paramenti vescovili, compreso il pastorale. Era stato amico di sant'Ambrogio, cui aveva tenuto la mano ai momenti della sua morte. Ora sono io seduto accanto a lui sdraiato, dopo tanti secoli. Non saprei riassumere i pensieri e le molte cose dette in quella circostanza. So che quando vennero a riaprire la chiesa per dare inizio alle funzioni, per un attimo avvertii quasi un senso di prevaricazione, che subito dileguò. In tutt'altra vicenda e tempo, mio padre era stato soldato in Libia ed aveva poi circumnavigato l'Africa per raggiungere l'Etiopia. Erano storie le sue di sabbia, cammelli, infinito cielo e le oasi come paradisi terrestri. Una volta, ed ero già adulto, gli chiesi come ricordava l'insieme di tutto ciò. Mi rispose che fu come uno sterminato presepe, esattamente simile a quello che avevamo in casa. In quel silenzio, sentiva la presenza del Padreterno.
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