mercoledì 22 maggio 2013
Due piazze… A San Pietro sabato 200mila in festa accolgono le parole di Francesco: «Uscite!… è importante andare all'incontro… per una cultura dell'incontro, dell'amicizia anche con quelli che hanno un'altra fede, che non hanno la stessa fede… Andare all'incontro con i poveri… Oggi – questo fa male al cuore dirlo – oggi trovare un barbone morto di freddo non fa notizia… Oggi pensare che tanti bambini non hanno da mangiare non è notizia. Questo è grave… La povertà per noi cristiani non è una categoria sociologica… No, è una categoria teologale. Direi, forse la prima categoria… Questo succede oggi: se gli investimenti nelle banche calano… (è) tragedia… Ma se muoiono di fame le persone… se non hanno salute, non fa niente! Questa è la nostra crisi di oggi!». Ancora domenica, Francesco per altri 200mila e più: stessa gioia, e stesso allarme per la "crisi" che dice miseria, abbandono, disperazione. Dunque piazza due volte strapiena. Sabato mattina l'altra piazza, stessa Roma, a San Giovanni tra 30 e 50mila su crisi di società e ingiustizia, lavoro che manca, fame e povertà… Piazze diverse, ma in molte pagine le trovi come opposte per principio indiscutibile, e da S. Giovanni leggi di applausi a Stefano Rodotà, illustre intellettuale da sempre liberamente in rotta con la prima piazza. Per la cronaca ieri ("Corsera", p. 4) è orgoglioso sbandieratore di una proposta per principio ostile alla libertà di educazione dei figli. Richiama la Costituzione, ma dimentica i documenti originali e di suo cancella una legge democraticamente vigente da 13 anni, per cui anche la scuola paritaria è "pubblica". Così continuerà ad allontanare moltissimi protagonisti della prima piazza: davvero "spiazzante", e da decenni. Contenti loro…
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