martedì 4 febbraio 2020
Capita anche in pagina e può venire a tutti, soprattutto se ci si sente abbandonati dai fatti, la tentazione di voler rivelare la vera realtà a chi ci legge, il noumeno direbbe Kant, il “nodo” o “nucleo speranza” aggiungerebbe Ernst Bloch. E così sabato sul “Foglio” da p. 1 – «La fede e il mondo nel pensiero di un grande filosofo. “Meditazioni su Dio”» – sterminata sequenza di pensieri in tema, ma concentrati sul “problema del nemico” nella storia. E dentro tutto: mondo, Primo e Nuovo Testamento, Israele, i Salmi minacciosi e crudeli, la Chiesa, le liturgie, le Litanie dei Santi e le guerre nella prospettiva dei passaggi del nemico sino a diventare amico. Pagine e pagine: una marea! Leggi: ti sforzi di capire, rileggi, ti dai del somaro perché in sostanza non capisci... «Meditazione su Dio»? Grande filosofo Robert Spaemann e molto amato anche su queste pagine di “Avvenire”, ma con la teologia – Lupus confessa il suo dubbio – c'entra poco... Vai avanti e a sorpresa ti accorgi che nel sommario l'ultimo pensiero è un rimando perentorio: «Ricordare Pascal»... Un colpo di frusta che ti risveglia. Lo “ricordi”, ed eccolo: «Noi non conosciamo Dio se non per mezzo di Gesù Cristo», e «Noi non conosciamo noi stessi se non per mezzo di Lui» (“Pensieri”, 547). La filosofia ha tutto lo spazio che vuole, ma se qualcuno – usandola e usando i filosofi – si impegna a rivelarci che tutta la storia è guerra di inimicizie, e lo fa contro l'idea ritenuta “sovversiva” di un Dio “in uscita” e non in guerra, e quindi anche di una Chiesa “in uscita” che non ha nemici da combattere, ma solo fratelli da ritrovare, sappia che il Credo della Chiesa, alla luce del Vangelo e del Vaticano II ci aiuta a superare certi pensieri (filosofici o meno) anche sterminati. Gesù è uscito dal sepolcro delle mortali inimicizie, e nei secoli con Lui è uscita anche la Sua Chiesa. Uscire con Lui, sulle “sue” orme, camminare insieme è la missione.
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