mercoledì 10 settembre 2014
Curiosità: tra dritto e rovescio. Ieri qui ho annotato che Pietro Citati sul "Corsera" negava che padre Matteo Ricci, gesuita missionario in Cina, fosse «cristiano» (e tanto meno cattolico): per lui fu «un moralista stoico-confuciano». Una replica indiretta ma eloquente sta nella nuova pubblicazione a cura di Studio Domenicano - certo non stoico-confuciano - del suo "Catechismo": resta la speranza di una correzione. Oggi un caso analogo, ma al rovescio. Lunedì su "Rainews" la notizia che il Dalai Lama avverte che «il buddismo tibetano non dipende da un solo individuo», che lui per il momento «a 79 anni» sta bene e «resta dov'è», ma non è detto che in futuro, come e quando deciderà, non arrivi a dimettersi. E il rovescio? Testuale nell'annuncio: «Tensin Gyatso – questo il nome di battesimo del Dalai Lama – ci tiene a far sapere…». «Nome di battesimo»? L'abitudine esonda come certi torrenti ove cultura e senso critico non hanno spazio e arrivano queste "curiosità". Ho cari amici - e li rispetto - che per il Dalai Lama hanno un culto di stima e di venerazione, ne studiai a fondo il personaggio - anni 80 - preparando i testi per una bella intervista di Minoli a Mixer su Raidue, ma questo è proprio un rovescio: indebito…
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