giovedì 21 novembre 2019
Il Papa – visto l'altro ieri (“Osservatore Romano”, 19/11, p.10) – ha ricordato la necessità di una presenza sempre più doverosa delle donne «nella Chiesa, anche nei posti di consiglio, anche di governo, senza paura». Parola forte che però era accompagnata da un'altra esortazione: «Non clericalizzare i laici», uomini e donne ovviamente. E si dà il caso che proprio in quel giorno in una pagina quasi sempre fuori misura leggo la firma di una donna che si vanta per la sua difesa in proprio della dottrina integrale cattolica e continua sprezzante scrivendo che «questi bizzarri preti della Chiesa 2.0» (così dalle sue parti si parla della Chiesa Cattolica in questo tempo) «hanno trasformato Cristo in una persona precisa, che quindi esclude le altre e contemporaneamente nega l'unicità di Cristo» che «diventa il migrante e il migrante diventa l'unico sofferente». Secondo lei questo è «un falso che calpesta il sangue dei martiri cristiani nelle terre dell'Islam e del cosiddetto comunismo reale». Leggi e ovviamente capisci che la signora, sciaguratamente (per lei), non si rende conto che quel «lo avete fatto a me» non l'ha inventato «la Chiesa 2.0», ma l'ha detto Lui, Cristo Gesù, salvatore e redentore, per far capire a noi, uomini e donne, il vero significato salvifico per tutti, donne e uomini chiamati all'esistenza in diversi tempi e modi dall'Amore creatore e redentore. Il peggio però – e qui mi permetto di dire il peccato senza indicare il peccatore illustre – lo leggi quando trovi che un uomo di Chiesa di quelli che più si agitano e piacciono a coloro per i quali sprezzantemente la Chiesa di oggi sarebbe “2.0” ha scritto che per la fede cattolica vera i non cristiani non sono «figli di Dio», ma soltanto «suoi sudditi». Beh, questa sarebbe una Chiesa 0.0, anzi sottozero!
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