giovedì 5 novembre 2015
«Curare le ferite e stare vicino alla gente». Lo chiede Papa Francesco e lo fanno i volontari della casa di accoglienza inaugurata nei giorni scorsi a Reggio Calabria, dedicata a padre Guido Reghellin S.j, un sacerdote gesuita che tanto ha fatto per la città dello Stretto e la sua comunità. La struttura accoglierà donne in difficoltà e senza un alloggio. «Ci troviamo per un gesto di apertura grande alla vita. Auspico che questi segni, i quali si vanno moltiplicano nella nostra città, possano essere per tutti noi un richiamo forte alla centralità dell'uomo, un segno grande per riportare l'uomo al centro», ha commentato l'arcivescovo Giuseppe Fiorini Morosini.La casa è stata realizzata e sarà gestita grazie all'impegno comune dell'associazione Zedakà nata per mettere insieme quanti vogliono collaborare a offrire ascolto, sostegno materiale e morale a persone e nuclei familiari in condizioni di grave disagio. Senza distinzione di nazionalità, religione e appartenenza sociale. Vi ha collaborato il centro comunitario Agape e ne è responsabile Giusy Zinnarello, psicologa, consacrata dell'Ordo Virginum. Potrà ospitare sino a sei donne con e senza bambini, per un periodo di sei mesi durante i quali si cercherà di far recuperare la loro autonomia.La gestione, come già la sua realizzazione, è stata e sarà basata solo sulla solidarietà e l'impegno volontario di cittadini che hanno accettato l'invito a collaborare alla realizzazione del progetto. Non c'è altro finanziamento se non l'aiuto di quanti ne condividono le finalità.
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