sabato 28 maggio 2016
Miserie, e nobiltà! Ieri in prima “Avvenire” e “Corsera” sulla morte di Loris Capovilla, prete, vescovo e da due anni cardinale, già segretario di san Giovanni XXIII e testimone di Cristo. Per me 50 anni di amicizia nella memoria del Papa che ha “inventato” il Vaticano II e manifestato la misericordia infinita di Dio nel secolo XX: basti ricordare che papa Giovanni nei suoi documenti usa 590 volte il termine “misericordia”, e solo 6 il termine “condanna”! Fin qui nobiltà. Le miserie: nessun altro giornale dà la notizia in prima. Colpisce “Il Giornale” che in prima ignora il fatto, ma annuncia al mondo con seguito interno che «Il gatto mannaro vive in Sudafrica, ma non è cattivo». Ottimo! Chi va in Sudafrica non si spaventa in anticipo. Non basta: al centro della prima pagina trovi grande foto di un altro cardinale, indicato come uno che a spese dello Stato riceve un lauto stipendio non meritato e truffaldino. Un falso smaccato: ma di questo ci si occupa altrimenti su queste colonne… Miserie vere! Altro? Sì, e torna aria di nobiltà: su “Repubblica”, pur mancando la notizia in prima, leggi necrologi per Capovilla e annoti come essi vengano “da lontano”, firme non propriamente devote e interne alla Comunità ecclesiale. Ecco il segreto di un esempio che, senza fare proselitismo, attrae e avvicina i lontani, spesso e volentieri anche “allontanati”. Un papa, san Giovanni XXIII, davvero “in uscita”, discreta e benevola, sorridente e fiduciosa, amichevole e paterna. In questo, anche in questo, don Loris è stato per tanti la sua continuità viva. Ho tra le mani un suo biglietto nel 50° dell'inizio del Vaticano II: «11/X/2012, Tantum Aurora Est! Gianni, il Concilio vive! Gesù l'ha voluto. Lui lo condurrà. + Loris Capovilla».
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