venerdì 19 marzo 2004
Lontananza ostile, vicinanza ambigua. Due domande, ieri su "Liberazione", pagina "Lettere", in due titoli: "Ma che ne sa Don Enzo Mazzi di donne e infibulazione?" "Cosa dice il cattolico Casini della guerra?" Quel "Che ne sa"?" ostile e brusco dice che in fondo quello là non ne sa niente, e il perché è chiaro: "Che ne sa un prete cattolico che cosa pensa una somala infibulata?" Sorpresa amara, forse, per il "Don", che aveva mandato al giornale una sua riflessione sul tema in forma di dialogo con una donna. Segno chiaro che al di là di ogni buona intenzione certe ostilità in certi campi - qui femminismo e comunismo rifondarolo - restano non scalfite. E l'ingenuità di alcune vicinanze ne risalta ancora più forte. Quanto alla seconda domanda, invece, è un discorso diverso. Chi la pone si sente sicuramente dalla parte della pace. Di più: si sente addirittura una sola cosa con la pace, e siccome pensa che in fondo "cattolicesimo" è uguale pace, ecco la meraviglia: come mai uno che si dice "cattolico" non sta automaticamente in tutto e per tutto con me? Qui meno ostilità, sicuro, ma la pretesa di identificare sé, e la propria parte, con la pace come tale. Insomma: di là cattolici come tali, e per di più maschi, visti come "nemici", e di qua cattolici come tali scandalosi perché non allineati su tutto" Due versanti di certa sinistra nostrana nei confronti di Chiesa e cattolici. È così da decenni, con una breve parentesi ai tempi faticosi di Enrico Berlinguer e della sua "lettera al vescovo Bettazzi". Parentesi presto chiusa, anche con l'aiuto delle BR, che rapirono e uccisero Aldo Moro. Era di questi tempi, ventisei anni or sono. Il peso dei ritardi è anche in pagina"
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