giovedì 24 marzo 2016
Un gruppo di una ventina di adolescenti alle prese con creme, panna e dolci. Un pomeriggio nella grande cucina della casa di un compagno di studi? No, una giornata in carcere, a preparare torte spalla a spalla con i detenuti dell'area protetta della casa circondariale Torre del Gallo di Pavia. Nel primo fine settimana di marzo si è concretizzata un'idea nata dalla collaborazione tra il carcere pavese e la parrocchia di santa Maria di Caravaggio, ovvero quella di dimostrare ai ragazzi che frequentano l'oratorio che i detenuti restano anzitutto persone e che non vanno mai identificati con il reato che hanno commesso.E dopo una giornata passata nelle cucine di Torre del Gallo tra forni, racconti di vita ed esperienza diretta, alla domenica eccoli, i ragazzi, sul piazzale della chiesa a distribuire i dolci ai senzatetto della città al termine della messa, condividendo il lavoro con Giacomo, il detenuto che ha potuto usufruire di un permesso di uscita per ascoltare la celebrazione. Sulle pagine del settimanale diocesano Il Ticino di Pavia i giovani hanno espresso il loro entusiasmo e raccontato le emozioni provate durante questo primo contatto con la realtà carceraria: un mix di timore iniziale e di successiva soddisfazione per un'amicizia inaspettata nata nella cucina di una casa di detenzione, con nella testa le parole di Papa Francesco, che per l'anno giubilare della Misericordia ha invitato a non dimenticarsi di coloro che vivono in una casa di detenzione fissando per il 6 novembre la celebrazione a san Pietro di una santa Messa per il giubileo dei carcerati.
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