martedì 15 febbraio 2022
Sanno quello che fanno? I bambini giocano con i soldatini, i grandi con i soldati veri. Il titolo del “Manifesto” (13/2), «Il gioco della guerra», è la traduzione di un vecchio (1983) film di John Badham, WarGames, con un giovanissimo Matthew Broderick che, videogiocando, rischia di far scoppiare la guerra termonucleare. I soliti esagerati? Lo speriamo di cuore. Di sicuro i titoli dei quotidiani sembrano preludere al conflitto armato, non alla pace. 12/2: «Precipizio ucraino» (“Manifesto”). 13/2: «Ucraina, prove di guerra» (“Repubblica”). «Ucraina, la pace appesa a un filo (“Stampa”). «Ucraina, guerra di nervi» (“Giornale”). 14/2: «Biden e Ue, altolà a Putin» (“Corriere”). «Corsa ad armare Kiev» (“Repubblica”). C'è anche chi minimizza e mentre tutti, in prima pagina, dedicano l'apertura agli scenari bellici, parla di Ucraina in uno striminzito strillo di piede, come il “Fatto” (13/2): «Per ora solo tanta isteria». C'è chi punta con decisione il dito contro Putin, come Adam Michnik, intellettuale polacco già leader di Solidarnosc, intervistato da Irena Grudzinska Gross sul “Corriere” (13/2): «Lo zar vive nella paranoia. Qualcosa farà: come una bici se non si muove, crolla». Una «“piccola guerra”, magari non subito». Anna Zafesova (“Stampa”, 13/2) scrive di uno «zar stizzito» con il quale la trattativa è più che mai difficile perché «vuole aver ragione (...), in un mondo mediatico vuole imporre la sua narrazione». Ma c'è anche chi il dito lo punta su Usa, Nato e Occidente. E curiosamente da sponde diametralmente opposte. Su “Libero” (13/2), Antonio Socci rammenta: «Ad essersi allargata smisuratamente in Europa, dagli anni Novanta, è la Nato, non la Russia». E sul “Manifesto” (13/2) Alberto Negri, dopo il lungo, dettagliato elenco delle “guerre sbagliate” di Usa e Nato, conclude: «Qualcuno per favore dica se l'allargamento della Nato a est ha portato alla nostra sicurezza o no». Chi per amore di Putin, chi per odio alla Nato: l'approdo è simile.
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