giovedì 12 novembre 2020
Libertà, e fortuna. Sul “Fatto” (10/11 p. 10) Daniele Luttazzi nella sua rubrica “Non c'è di che” irride così fin dal titolo: «Il Papa: “Amo la Bachata e allora prendo lezioni dalla suora cubana”». Una colonna piena di ironie e insulti via via al Papa, a Scalfari, a Ratzinger e a Parolin, e che in conclusione allude alla «tomba» di Gigi Proietti, e anche di Maurizio Costanzo che, per grazia di Dio, è ancora tra noi. Morti o vivi: per qualcuno fa lo stesso? Il tutto si collocherebbe nel contesto della solita disputa sulla “libertà della bestemmia”. Che dire? Qui è peggio! Talora la bestemmia può anche essere un grido esasperato di protesta che esce da un cuore ferito e si rivolge in alto, ma l'irrisione voluta e chirurgica è ben altra cosa. Sassi volutamente tirati in faccia a chiunque. Dunque qui una scelta scriteriata? Sì e no! Stavolta infatti capita un... supplemento: a p. 11 si accoda Daniela Ranieri imperativa: «Charlie Hebdo. D'accordo o no il diritto di blasfemia va difeso». Sarà così, ma forse parrebbe più giusto difendere il diritto di tutti a essere rispettati nei loro valori liberamente disponibili alle scelte di ognuno. Torno all'inizio... Forse c'è qualcuno che una volta assaggiate in pubblico vivande improbabili non sempre riesce a non rovesciarle in pagina. Ma nel caso c'è anche una fortuna, quella di limitarsi a ironizzare su valori e realtà della religione ebraico-cristiana, evitando accuratamente qualsiasi allusione e qualsiasi frecciata o insulto ad altre fedi religiose in cui la vendetta può essere più facilmente non solo permessa, ma addirittura vista come obbligata. La sorte triste di “Charlie Hebdo” una qualche lezione del senso del limite l'ha impartita anche a chi pare non volerne sapere per niente. E invece lo sa benissimo, e si guarda bene di non oltrepassare certi confini. Alla prossima!
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