mercoledì 30 luglio 2008
Se per caso al Quirinale un altissimo dignitario ecclesiastico, durante un incontro ufficiale in onore del Presidente della Repubblica lo chiamasse "Napoli" sarebbe un putiferio" Ieri "Italia Oggi" (p. 5) segnala che nella sede della Radio Vaticana, presentando solenne la "Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport", comune a Vaticano, Cei e Coni, «Rocco Crimi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, per ben tre volte ha chiamato la Fondazione solo "Paolo II", dimenticando Giovanni». Mancando le basi, certe dimenticanze vengono da sole. Altre sono invece volontarie. Sempre ieri ("Il Manifesto", p. 6: "L'assessore Riccio: lo sgombero è stato voluto dalla Curia") leggi che il suddetto assessore " Prc " è «arrabbiato, deluso e sconfitto dopo i momenti di tensione ieri mattina nella cattedrale della città», ove la polizia ha sgomberato gli occupanti, e subito accusa la Chiesa: «l'intervento della polizia sembra averlo chiesto prima di tutti il cardinale Sepe che evidentemente, non trovandosi davanti fedeli cattolici, e dimenticando l'art. 3 della Costituzione, non ha ritenuto opportuno dargli aiuto. Ha saputo offrirgli solo il manganello delle forze dell'ordine». Dimenticanza? Ovvio che la Polizia per intervenire in Cattedrale abbia il consenso della Curia. Ovvio anche che non abbia alcun peso che gli occupanti fossero cattolici o no. Lui dimentica tutto. Gli viene facile. I suoi governano Napoli da molti anni, ma «l'emergenza» è colpa dei preti, «prima di tutti» del cardinale Sepe. Prc? Forse l'accanimento terapeutico, su queste vecchie basi tremolanti, è davvero eccessivo.
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