domenica 15 marzo 2020

Parole in libertà, in giorni senza libertà: chiusi per virus, non possiamo fare. Ma possiamo continuare a pensare…

Giorno 4

E’ domenica, ma potrebbe essere anche giovedì. Cosa cambia quando il tempo è fermo? Apro Facebook, faccio la mia scorpacciata quotidiana di idiozie: un po’ si sorride, per fortuna. Il resto del menù propone solo gli odiatori seriali che non vanno mai in vacanza, i cretini di ogni età invecchiano senza cambiare: non c’è influenza che tenga, sono contagiati mentli cronici.

Penso all’Italia sul balcone: trombe, bella ciao, chitarre e azzurro. Tutto molto bello, se fossimo a Sanremo. Invece siamo in Lombardia, servirebbero meno cantanti e più posti letto. Si può dare di più, ecco forse è questo l'unico ritornello giusto. Vorrei pensare ad altro. Il problema è che non c’è quasi nulla oltre la peste. Non so chi e cosa l’abbia creato, non so nemmeno se esiste un perché: di certo questo terribile nemico è prima di tutto un orribile spreco di tempo. Accendo la tv. Ripetono tutti: state a casa. Ma loro perché non sono a casa? Qualcuno litiga, gli altri programmi li hanno registrati prima e una scritta in sovraimpressione te lo ricorda subito, casomai pensassi che quelli che ridono a portata di alito e fanno i quiz con le cuffie in testa come se nulla fosse siano dei marziani, oppure abbiano scoperto un vaccino solo per loro.

Fuori dalla finestra è un vuoto pneumatico, l’immobilità dipinta a olio. Milano assomiglia a un canotto a fine estate: adesso tutti hanno capito, adesso tutti si adeguano. Ci siamo arrivati tardi, ma ci siamo arrivati. Senza isterismi, almeno ora, senza proteste. Ordinati più che preoccupati, occhi bassi e rassegnata dignità. Credo che il termometro sotto l’ascella ci sorprenderà depressi, ma in piedi.

Anch’io che dopo vent’anni prima li salutavo distrattamente solo in ascensore, mi sono affacciato sul balcone e ho fraternizzato con i vicini di pianerottolo. Sempre che fossero i vicini. Comunque sembravano brave persone. Durerà quel che durerà, ma intanto è così. Sento dire che nulla sarà più come prima. Non ci credo, ma se anche fosse non è detto che sia un male.

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