domenica 12 aprile 2020

Parole in libertà, in giorni senza libertà: chiusi per virus, non possiamo fare. Ma possiamo continuare a pensare…

Giorno 32

Tanti auguri, anche di buona Pasqua. E’ la frase di una pubblicità che dice tutto. Perchè auguri, buona e Pasqua, oggi contano meno di quell’anche. Lo scopro così, come una sorpresa, in un giorno per me di grandi rivelazioni.

Ho scoperto ad esempio che non so esattamente cosa sia il Mes, ma che cercare di capirlo non serve a niente. L’importante è stabilire chi l’ha firmato veramente nel 2011, quando c’era Monti, ah no, nel 2012, quando c’era il centrodestra. Anzi no, perché la Meloni quel giorno era assente. Ah no, l’iter è iniziato prima ma è finito dopo. Anzi, però adesso nessuno l’ha firmato di notte e neppure di giorno. Ecco, adesso ho capito cosa sia il Mes.

Ho scoperto in diretta tv a reti unificate che la Pasqua è il passaggio dalla schiavitù all’Egitto, o forse il passaggio dalla schiavitù dell’Egitto, che la promessa non è la terra ma che ce la faremo, il 3 maggio, ma che forse oggi è il giorno in cui si rompono le uova anche senza decreto. Pensavo fosse altro, invece pare che Pasqua sia quando non si può andare al mare perché il drone ti controlla.

Ho scoperto anche altre cose straordinarie, la prima è che per farsi consegnare a casa da Amazon una luce a led blu per illuminare di notte la tazza del water bastano due giorni. Per il vaccino invece, non basteranno dodici mesi. Ho scoperto che forse non ci siamo concentrati sulle innovazioni intelligenti.

Ho scoperto che dipende tutto dai metri quadrati, dal fatto che hai il balcone oppure no, dal numero di computer che possiedi, dagli abbonamenti tv che ti puoi permettere, dalla capacità che hai di tenere il frigo pieno anche se non lavori, dal lusso o meno di poter ingannare il tempo facendo le torte anziché i conti. Ho scoperto che il virus non è uguale per tutti.

Ho scoperto che se si andrà a scuola prima del 18 maggio, la maturità sarà uguale a quella di sempre, e invece se si andrà dopo il 18 maggio si farà a casa ma senza tema, di smentita. Cioè che un giorno basta per cambiare tutto, e che non si può copiare nemmeno se l’esame lo fai dalla tua stanza perché guarda che non te lo dico ma ti vedo, però gli altri invece saranno tutti promossi e te lo dico subito così puoi già smettere di studiare.

Ho scoperto che per fare la focaccia ci vuole la farina giusta. Che senza lievito non è la stessa cosa, che il pane buono ti riesce se sai aspettare: ci vuole tanto lavoro, tanto amore. Per un panino. Non l’avrei mai detto, ma ho scoperto che la lentezza è un pregio, che rischierà di farci diventare migliori, o almeno meno crudi.

Ho scoperto che il progresso è una cosa meravigliosa, ma che prima o poi la connessione cade, che i segnali di fumo forse funzionavamo meglio, che le sirene delle ambulanze sono come le campanelle dei monatti, che Amadeus e Gerry Scotti sono come erano i giullari di corte, e che gli scienziati di oggi sanno più o meno quello che sapevano gli sciamani. Ho scoperto che scarseggia la farina. Esattamente come nel 1793, quando una regina disse di dare al popolo le brioche. Oggi ci danno le librerie, ma in Lombardia occorrerà aspettare. Buona Pasqua, anche, se potete.

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