giovedì 2 aprile 2020

Parole in libertà, in giorni senza libertà: chiusi per virus, non possiamo fare. Ma possiamo continuare a pensare…

Giorno 22

Siamo circa, siamo quasi. Oggi leggo i giornali e capisco che l’approssimazione è l’unica regola che nessuno ha intenzione di trasgredire. Almeno fino al 13 aprile, ma dopo non siamo in condizioni per dirlo. Però mi ripeta la domanda per favore che si è interrotto il collegamento. Si riaprirà per zone, cioè in che senso? Meglio poi che mai, ecco questa l’ho capita. Come quella che il virus ha paura del caldo, ma sarebbe bello sapere chi glielo ha chiesto.

Riassumo i titoli, anche se non ricordo più bene le puntate precedenti. Aumentano i positivi, ma è perché aumentano i tamponi: ecco, adesso siamo tranquilli. Un ospedale tirato su in dieci giorni, 620mila mascherine farlocche inviate ai medici: l’emergenza fa la punta alla fantasia, ci fa dare il meglio ma anche il peggio. Cura Italia, ma per la medicina occorre ripassare. Seicento euro, se funzionasse il sito. Non funziona ma è colpa dei pirati, certo. Finirà tutto a maggio, forse a giugno. Si scommette sulle ipotesi, ma il gioco qui è sempre più grande di noi, e se non si trova più il lievito di birra al Super noi non abbiamo nemmeno un hacker da incolpare.

In mancanza di meglio, Mattarella spettinato spopola sul web: temo un effetto contagio a casa mia dove due aspiranti parrucchiere da giorni mi guardano fameliche i capelli con le forbici in mano. Allentare la presa non ce lo possiamo permettere, la geometria nemmeno: la curva che scende si capisce dal fatto che è una retta che non cresce. Vale tutto, incassiamo frasi assurde senza elaborarle, ci manca la forza. E stiamo arrivando al plateau, che pensavo fosse solo quello delle ostriche. Ecco, cibo e bevande, in coda: se crolla la vendita del latte fresco, l’idea per rimediare è allungare la scadenza. Un signore in provincia di Biella è stato multato perché era uscito di casa solo per comprare tre bottiglie di vino: l’indispensabilità non è soggettiva, ora ti fruga nella borsa della spesa.

Siamo un solo grande Paese, ma dipende dove abiti. La passeggiata con i bambini sì, ma non l’abbiamo mai detto. Però con un genitore per volta, e la camminata non deve essere per fare due passi. E poi i fioristi che mandano al macero quintali di orchidee per mancanza di clienti, le prostitute in coda alla Caritas per la stessa ragione. Una ricercatrice ha scoperto che le api sanno contare: non c’entra niente con il virus, ma è bello saperlo. Forse nulla sarà più come prima, magari anche sì. Alla fine saremo diversi, ma diversi da cosa e soprattutto da chi?

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