Diamanti: se la società si «polverizza» anche il sociologo-letterato si avvilisce
sabato 14 novembre 2009
Per capire o ricordare in dettaglio che cosa c'è nell'Italia di questi anni, è molto utile (che si sia d'accordo o no) il Sillabario dei tempi tristi di Ilvo Diamanti (Feltrinelli). Diamanti è il sociologo che da anni leggiamo regolarmente sulle pagine di Repubblica e io credo che per tenere a freno il surriscaldato, illusionistico e spesso brutale opinionismo politico italiano ci sia bisogno di buone dosi di sociologia. Senza ricerca e visione sociale, senza osservazione e immaginazione sociologica, il discorso politico diventa scontro facinoroso o convinzione astratta che una società sia plasmabile dalla sola azione dei partiti e dagli esiti della competizione elettorale.
Il libro di Diamanti è comodamente ordinato per voci. Si va dalla A di Arrangiarsi (eterna arte italica) alla Z di Zone, voce importante in cui si affronta il tema della "localizzazione", della presenza territoriale di partiti e schieramenti e che si conclude con queste parole: «Mentre la destra costruisce e inventa i suoi luoghi, la sinistra li ha dimenticati. Era utopica. Oggi è atopica».
Chi legge i pezzi di Diamanti conosce la sua tendenza all'aforisma. Come spiega nelle pagine introduttive, per lui passare dalla scrittura scientifica a quella giornalistica è stato un problema. Mi pare che lo abbia risolto. Però Diamanti esagera nella semplificazione sintattica, manda in frantumi la frase, come se il cervello del lettore non fosse in grado di seguire un paio di proposizioni dipendenti e potesse afferrare solo enunciati di mezza riga o di una sola parola.
Nell'introduzione l'autore confessa tristezza e disagio: «Abituato a relazioni comunitarie e personali forti, a valori in cui identificarmi, a un territorio riconoscibile» non riesce a orientarsi in un mondo «dove le persone si chiudono e si isolano, comunicano attraverso cellulari, internet, social network». La sociologia presuppone una società. Se la società si polverizza, il sociologo si avvilisce.
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