martedì 10 agosto 2004
Ieri "Repubblica", prima pagina e dentro - "La donna che entra nella storia" - Pietro Scoppola mostra "lo spessore culturale", "l'interesse" e "la novità" della recente lettera di Ratzinger: replica cortese, ma chiara e seria, alla stroncatura "balneare", stesse pagine, a firma Francesco Merlo. Buona par condicio in pagina nel dialogo laici-cattolici. Non così altri, in particolare "L'Unità" della presente stagione: tematica anticattolica e stroncatrice pressoché unica, e le apparenti eccezioni confermano la regola. Ieri (p. 10) Barbara Pollastrini, coordinatrice delle donne Ds, in esplicito riferimento a "cattolici" e temi di bioetica (fecondazione, coppie di fatto, divorzio breve, ecc.) auspicava un "confronto serrato" e affermava che "il pluralismo nel partito e nella coalizione è una ricchezza". La realtà è diversa: più che "confronto" è assedio. Ogni giorno e ad ogni pagina si spara a zero sulle posizioni che si rifanno alla coscienza cristiana e cattolica e poi ogni tanto, diciamo una volta al mese, magari ultima pagina, caratteri microscopici e titolo ridicolo, arriva la voce flebile del "cattolico di turno". Ultimo, sabato scorso, Romano Forleo: "Non dite solo 'no' alla buona novella" (? Ndr). E così non è dialogo, ma presa in giro" Di peggio? Solo Luigi Castaldi che fa il buontempone sul "Riformista" (4/8): "Ratzinger, anche la tautologia è donna". Quattro colonne per meravigliarsi che "alla fine pesa ancora il peccato originale", per scrivere che la Lettera è "poco più di 10 pagine" - che invece sono 37 - e concludere che non dice niente" Dunque tanto discutere sul "niente", in pagina? O qualcuno quel niente lo ha in testa?
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