martedì 14 maggio 2013
Montagne russe al “Sole 24 Ore”, e qualche… precipizio eccessivo. L'altro ieri “Domenicale” come sempre ricchissimo. Alla p. 34 Carlo Ossola presenta “A un amico che non crede” (Piemme), libro di Vincenzo Paglia già elogiato con simpatia e rispetto anche da Eugenio Scalfari (“Repubblica”, 6/5, p. 1 e in “Cultura”: «Dialogo con i non credenti nel nome di Gesù di Nazareth»). Chiave sempre giusta: simpatia e rispetto anche nell'eventuale disaccordo, prima e dopo il dialogo. Stessa domenica, sempre “Domenicale” (p. 29: “La religione oltre le ideologie”) Gianfranco Ravasi presenta “Tracce di Cristianesimo” (Ed. Morcelliana), del nostro Roberto Righetto, ancora sul «possibile dialogo tra credenti e atei». Voci diverse a confronto, rispettosamente in dialogo. E le montagne russe? Stesso “Domenicale” (p. 35: «Ragioni per non credere». «Il vero scoglio è la prova etica») il «filosofo di Cambridge» Arif Ahmed espone ampiamente le sue idee. Vuole demolire ogni fede religiosa, in particolare il cristianesimo, e dando già per scontata la falsità di ogni religione sul piano della conoscenza aggiunge che il cristianesimo è ancora più falso, inutile e dannoso nel suo insegnamento morale, con questa conclusione secca: «La religione, priva di verità e di valore è una malattia originata dalla paura e fonte di inaudite sventure per l'umanità»… Ecco: questo pare tutt'altro che dialogo, ma basta. A p. 43 – «Il potere è della società» – Lara Ricci presenta entusiasta la teoria di un tale Pierre Claster, «antropologo iconoclasta»: solo le società amerinde primitive, «senza fede, senza legge e senza re», consentono all'uomo di rimanere «nato per essere libero».Il richiamo della foresta? Proprio così…
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