sabato 17 luglio 2010
Tutti ci siamo trovati inaspettatamente un giorno davanti a una pagina bianca che non sappiamo come riempire. È la medesima sensazione che si prova quando un mattino ci si rende conto di essere in pensione, o peggio, di aver perduto un lavoro e sembra che il mondo abbia perso ogni colore per noi e ogni cosa sia diventata inutile. Pare allora che ogni strada sia stata esplorata, che l'orizzonte non offra più niente di interessante e che in ogni caso sia meglio chiudere gli occhi e voltarsi dall'altra parte.
Proviamo invece ad uscire a respirare quella poca aria che ancora ci spetta alle prime ore del giorno finché questo nuovo sole che si è rivelato questa estate così feroce non ci obblighi a rientrare. Proviamo a guardare chi ci passa vicino, forse troveremo qualche risposta per noi. Sulla panchina, davanti al fornaio c'è il solito barbone, si chiama Ivanoe e quella è la sua casa. «Perché non vai a dormire alla Caritas?» «Perché non mi va di farmi la doccia. E poi dove le metto tutte le mie cose?» C'è una vecchia carrozzina accanto a lui piena dei suoi averi, tutto ciò che ha. «E poi sto bene così». «Perché mi fai tutte 'ste domande: io qui dormo, mangio perché Franco, il fornaio, mi porta sempre una rosetta con la mortadella, vedo la gente che passa, faccio due chiacchiere col vigile, poveretto...». «Scusa, perché poveretto?». «Perché ci ha famiglia, i soldi non bastano, la figlia vuole le scarpe nove, il figlio non studia... Io non ci ho pensieri. E tu, invece mi sa che ne hai tanti altrimenti non ti fermeresti a parlare con me». «È vero, ma com'è che parli così bene, hai studiato?». «Una volta studiavo, lavoravo, poi ho perso tutto. Ma che ti importa, io sto bene così. Qualcuno anzi mi invidia!».
Non è una soluzione. Andiamo avanti amica mia, dico a me stessa. Donne che vanno ai supermercati e ne ritornano con le buste piene. Già, domani è domenica e oggi si fa la spesa per la settimana. C'è un po' di tempo per parlare con le amiche mentre si aspetta l'autobus. Ma di cosa parlano? Di sport, di politica, di economia, d'arte, di scoperte? No, inutile illudersi, parlano dei problemi della famiglia, di qualche scandalo visto alla televisione, di malattie e le più giovani sognano la gita della domenica che forse si farà, o dei negozi che offrono sconti del 50, anche 70 per cento. Viene da pensare che qualche mese prima il commerciante guadagnava troppo o che l'oggetto avesse poco valore. Ma infine ci si rivolta verso le bancarelle, che occupano il marciapiede proprio davanti al negozio e offrono quasi gli stessi abiti a prezzi ancora minori. Ci si chiede allora chi sia il disonesto fra tutti. Ci si può anche chiedere perché si pubblicano tanti libri, quando per la strada, in autobus, nei giardini nessuno ne parla. Questa umanità in mezzo alla quale camminiamo questa mattina ci chiediamo di cosa vive, di cosa nutre il proprio spirito, l'animus, l'intelligenza, cioè la vita. Ogni giorno la vita ci mette di fronte ad una scelta a volte non sembra dipenda da noi stessi, eppure c'è sempre una decisione da prendere, anche piccola, ma che dipende dalla nostra volontà. È quel libero arbitrio che ci fa eroi, santi, ladri, delinquenti, terroristi o rinunciatari aspettando da altri il compimento del nostro destino. La nostra pagina bianca ha bisogno di serenità di giudizio, di accettazione di ciò che si può avere, ma non di rinuncia quello che sempre, finché c'è vita il mondo ci offre.
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