domenica 28 settembre 2014
In questa epoca di tentazioni separatiste – con esiti più o meno fortunati – trovare qualcuno che punti con coraggio sull'unità del proprio Paese non è così agevole. Tanto più se si ha l'ardire di cercare un difensore delle prospettive unitarie nel mondo talvolta effimero e confuso dei social. Impossibile? Niente affatto. Da qualche mese esiste davvero una piazza virtuale che sta tentando di integrare i maggiori dialetti italiani per dare a ciascuno la sensazione di navigare sui social, sentendosi «a casa propria». Ma, ed ecco la bella intuizione di Gianluca De Bortoli – inventore del nuovo sociale – questo simpatico mix linguistico-identitario avviene in un clima di condivisione. Friulani accanto a napoletani. Lombardi accanto a siciliani. In un scambio di tradizioni da cui dovrebbe poi derivare ricchezza a vantaggio di tutti. E non solo sui social. Che fosse proprio l'idea che mancava lo testimonia il fatto che in pochi mesi www.facecjoc.com ha messo insieme 750mila iscritti. Il nome – è chiaro – fa il verso al ben più noto gigante made in Usa. Ma non è una storpiatura in chiave anglofona. In lingua friulana "facecjoc" è quella simpatica allegria che deriva da una buona bicchierata insieme. Ma non c'entra nulla con l'ubriachezza. «Pensare che già nel 2004 – ricorda De Bortoli – avevo messo insieme una piattaforma web per far parlare tra loro i dialetti italiani e l'avevo chiamata "ciumbia", alla milanese». Entro la fine dell'anno – è la promessa – su "Facecjoc" saranno rappresentati tutti i dialetti italiani. Il sogno unitario riparte dai social.
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