giovedì 24 giugno 2004
Stasera arriva sugli schermi di Raitre Don Primo Mazzolari, grande prete e testimone del Vangelo. Papa Giovanni nel 1959 lo definì "la tromba dello Spirito Santo in terra mantovana". Bellissimo su "Europa" martedì il ricordo di Don Primo nell'intervista a mons. Loris Capovilla, segretario dello stesso Papa: uomo e prete integrale, Don Primo. Capita però che qualcuno lo esalti tradendolo del tutto. "L'Unità" sempre martedì gli dedica quasi l'intera p. 19: "Fascisti non mi avrete", e "Don Primo, che volle far da argine all'ingiustizia": un'appropriazione, come se Don Primo non avesse fatto altro che lottare contro il fascismo e contro "dogmi" e ritardi della Chiesa reazionaria. Ma il fascismo finì nel 1945, e Don Primo ebbe a lottare duramente per altri 14 anni contro il comunismo dei suoi posti, che allora era quello di Lenin e Stalin, e tanti sono i suoi scritti contro quel comunismo tirannico e traditore dei poveri. Ebbene, sull'"Unità", nei due articoli di Gabriella Gallozzi e di Bruno Gravagnuolo, niente del prete come tale, niente dell'amore alla Chiesa, niente della sua fedele ortodossia e della sua libertà integralmente cristiana e cattolica. Addirittura lo si presenta due volte come "l'unico prete" che resisté apertamente al fascismo, contrapposto alla Chiesa come tale tutta fascista e reazionaria, e in conclusione è messo in squadra con "Matteotti, Gobetti, Gramsci e Don Minzoni"" Don Minzoni? Ma allora c'è stato almeno un altro prete antifascista! Ma è così: alla nuova "Unità" i preti non li apprezzano, anzi. Tanto è vero che ieri, p. 23, proprio Bruno Gravagnuolo deride il presidente del Senato Pera così: "si stracciò le vesti, anzi la tonaca"!
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI