martedì 29 marzo 2016
«La bellezza salverà il mondo! Mosaici in Carcere» è il titolo dato al progetto mirato alla riabilitazione civica e lavorativa dei detenuti della casa circondariale di Reggio Calabria. Tutti impegnati in laboratorio tra tessere e colla, draghi, delfini e tanta pazienza, per riprodurre con materiale di risulta i meravigliosi mosaici conservati nella villa romana di Monasterace, tra quello che resta della Kaulon magnogreca lungo lo Jonio reggino. L'iniziativa, promossa dalla consigliera di parità della Provincia, Daniela De Blasio, è stata possibile grazie alla collaborazione della direttrice del carcere Maria Carmela Longo. Fondamentale l'impegno dei reclusi, che si sono messi a lavorare con passione per curare in ogni dettaglio le opere, veri "falsi" di qualità presentati al pubblico nei giorni scorsi con un evento cui hanno preso parte, tra gli altri, la stessa consigliera di parità, il presidente della Provincia, Giuseppe Raffa, l'assessore alla Cultura e alla Legalità, Eduardo Lamberti Castronuovo, e il presidente del Tribunale, Luciano Gerardis. L'ottimo lavoro dei detenuti permette, tra l'altro, di riaccendere i riflettori sulle condizioni dell'area archeologica di Kaulon, ormai da anni vittima delle mareggiate e della trascuratezza delle amministrazioni. Coi draghi e i delfini del grande mosaico alla Casamatta costretti a osservare malinconicamente l'abbandono in cui sono dimenticati, probabilmente mai conosciuto negli oltre duemila anni d'esistenza. Eppure, ne hanno viste e passate tante, durante tutti questi secoli.
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