sabato 8 marzo 2014
Èdi moda: fede e religione derise e motteggiate come sacchi appesi per allenarsi prendendole a pugni. Così "Libero" (4/3, p. 30): «Pregare nudi in nome della Santa Quaternità». Ci si serve di una «Piccola storia delle eresie», ma scegliendo in venti secoli le stramberie più risibili, tra un «Gesù che si era scambiato con Simone Cireneo», quindi «crocifisso al suo posto mentre lui si mescolava alla folla» e altre storielle ridicole, cruente e ammiccanti. Libertà, ovviamente, ma il livello è proprio basso. Stesso giorno, forse peggio perché rivestito di storia e scienza, «Ho spaccato i denti a Luca l'evangelista» ("La Stampa", p. 29), dove con la premessa che «il mondo pullula di false reliquie» si racconta in particolare la storiella che Luca, autore del terzo Vangelo, in realtà era nato in Siria, appartenne «alla terza generazione dopo Gesù» e visse e mori in Bitinia, dalle parti del Mar Nero. Come spiegare, allora, lo splendido greco del suo Vangelo e la dichiarazione di metodo iniziale, degna delle “Storie” di Polibio, dove Luca stesso scrive di aver voluto prendere contatto con i «testimoni oculari» dei fatti? Non si spiega: si finge di informare volendo deridere… Ma non fa ridere!
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI