giovedì 30 ottobre 2008
«Giornali, dov'è la deontologia?» Martedì lo chiedeva su "Avvenire" (p. 9) il vescovo di Livorno per la totale distorsione di alcune sue parole sul "Corsera" di domenica. L'avevo appena letta quando il dr. Orfeo S., un caro amico chirurgo che nei giorni scorsi mi ha operato alla mano, controllando la ferita mi ha chiesto: «Hai visto, ieri sera, "Papa Giovanni" su Rete 4?». Ne avevo visto solo due minuti, non mi erano piaciuti, ma non potevo dire di più. Lui ha insistito: «L'ho visto tutto, e sono sbalordito. In pratica un quadro spaventoso del Vaticano: solo una folla di cardinali e vescovi senza scrupoli, volgari, cinici, disposti persino al crimine pur di impedire all'unico pulito, appunto Papa Giovanni, di fare il suo mestiere, capace di prendere sul serio il Vangelo e di applicarlo alla vita sua e della Chiesa. Ma non lo avevano eletto loro?». Con altra domanda sbalordita: «Come può passare una cosa simile, da noi, senza che qualcuno protesti? Non c'entra la libertà dell'arte. Si tratta di persone e di fatti storici e precisi, e in questo caso di calunnie evidenti. Capaci tutti di mettere in bocca ad un cardinale, forse facilmente identificabile nell'ambiente, terribili parole come questa: tranquilli, per fortuna quello ha un tumore, e presto toglierà il disturbo! A me pare una calunnia aperta. Rete 4 è una rete di Berlusconi! E nessuno reagisce?» Già: «Dov'è la deontologia» in pagina e nell'etere? Ah! Dimenticavo: il mio amico chirurgo non è cattolico, e neppure cristiano. È seguace del Dalai Lama, e si definisce buddista. Nelle sue domande nessun" conflitto d'interessi.
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