venerdì 5 febbraio 2010
Insisto su certe vergogne di casta. Infatti non vedo rettifiche sui grandi o piccoli giornali " tutti al veleno " che domenica annunciavano che due «ricercatori» " nome, cognome e illustri sedi accademiche " avevano finalmente «rivelato» l'inconfutabile «cinismo dei silenzi di Pio XII» sulla Shoah perché egli il 19 ottobre 1943, ricevendo in udienza l'incaricato d'affari americano Tittman, non aveva fatto cenno alla deportazione di mille ebrei romani, 3 giorni prima e proprio a Roma, sotto gli occhi della Santa Sede. Solo silenzio complice! Come uno schiaffo indelebile. Ebbene: quella «udienza» avvenne " come indubitabilmente scritto sull' "Osservatore Romano" del 15 ottobre " due giorni prima della razzia, e cioè il 14 ottobre! Di giorni, da domenica, ne sono passati 4: salvo errori ed omissioni miei, non ho visto rettifiche con cenere sul capo. È chiaro che i due «ricercatori» " se sono stati loro a diffondere la data " andrebbero «ricercati» e costretti alle scuse. O i colpevoli del falso sono in qualche redazione? Quale, di grazia? Tutto male? No. Qualche segno diverso c'è, purché il rilevarlo non sembri espressione di eccessiva ingenuità nostra. L'altro ieri ("L'Unità", p. 16: "Morire bene e morire male") Luigi Cancrini si augura che «lo Stato aiuti le famiglie, con adeguata assistenza domiciliare, ad accompagnare i propri vecchi nel loro viaggio verso il grande sonno». «Accompagnare»: sarà per legge anche «spingere» verso il «grande sonno»? A una legge così, da parte nostra, un «no» secco, solidale e, naturalmente, democratico.
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