sabato 17 gennaio 2015
Il treno esce veloce dal buio delle gallerie quasi per togliersi di dosso tutte quelle montagne dipinte di neve. Lascia indietro anche i boschi di abeti, le cime aguzze di pietra grigia ed il fiume trasparente di acqua gelata. È il mio paese. Era quello di mio padre. Non so per quale ragione ogni mia partenza prenda il colore dell'abbandono, quasi non potessi contare su un ritorno. Allora cerco di non guardare dal finestrino e di scendere la piccola tenda che si frappone tra il vetro e il panorama. Ho davanti a me il libro di Piero Viotto che l'autore mi aveva messo in mano all'ultimo momento, dal titolo De Gasperi e Maritain. Nelle prime pagine scopro che è avvincente come un romanzo, dove il pensiero filosofico, economico e politico dei due personaggi è raccontato in maniera semplice e di facile lettura anche se si parla del secolo scorso, tanto vicino e già così lontano. L'autore riesce ad interessare anche il lettore lontano dalla politica del tempo, a prendere parte al dibattito di idee e all'incontro di principi del popolo cristiano sostenuti dai due interessanti uomini di diversa nazionalità. I dibattiti politici e culturali dei cattolici francesi nei primi anni del '900, letti attraverso gli articoli di Maritain, aiutano De Gasperi, messo da parte dal fascismo, a cercare, ovunque fosse, un parallelo tra le idee del filosofo francese con la Dottrina sociale elaborata da Leone XII. Di questo cammino possiamo trovare testimonianza negli articoli pubblicati con la firma di “Spectator” sull'Illustrazione vaticana, mentre le numerose lettere inviate a due amici trentini negli anni 1929-1930 sono l'espressione profonda del suo doloroso silenzio. Alzo gli occhi stanchi dallo scritto di Viotto e mi accorgo che stiamo attraversando il lungo ponte sul Po. Entriamo in un'Italia più distesa, le montagne sono sparite, una nebbia sottile passa sulla campagna ferma e in attesa. Basta saper aspettare. Anche allora, negli anni '30 e '40, bisognava saper aspettare. De Gasperi legge Maritain sulle pagine della Vie intellectuelle dove nel 1935 si pubblica una relazione sul volume dal titolo “L'umanesimo integrale”. Ne fa un ampio serviziomettendo in risalto la distinzione tra lo Stato e la Chiesa, e trova così la possibilità di critica anche nei confronti della dittatura. Più tardi, dopo la liberazione e la fine della guerra, De Gasperi porta i cattolici nella vita politica del proprio Paese affiancando al pensiero di Maritain quello di Toniolo e di don Sturzo. Traduce in pratica parte delle loro idee promuovendo una società cristiana e non uno stato cattolico. Finalmente chiudo il libro e mi accorgo di aver lasciato la mia piccola patria per immergermi nella splendida confusione della Città Eterna.
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