giovedì 29 marzo 2018
Alla Chiesa di San Martino di Greco, periferia nord di Milano, si fa festa. Dopo due anni di ospitalità in parrocchia, Florin e Ramona coi loro tre figli si trasferiscono in una nuova casa, dove vivranno pagando in autonomia. Si tratta di una famiglia rom conosciuta dalla Comunità di Sant'Egidio in una baraccopoli milanese; dopo tanti sgomberi, nel marzo 2016 la consegna delle chiavi dell'appartamento nella Palazzina solidale “Oikos”, ricavata nei vecchi locali dell'oratorio. I genitori si commuovono ricordando la gioia dei bambini per i lettini con le lenzuola di Winnie the Pooh e per la doccia calda tutti i giorni.
A Milano sono più di sessanta le famiglie rom tolte dai campi e inserite in casa da Sant'Egidio. Ramona oggi lavora come colf. Racconta Assunta Vincenti della Comunità: «Potremmo parlare di una pedagogia dell'abbraccio che Sant'Egidio prova a suscitare attorno ai poveri: un lavoro di rete con maestre, allenatori della squadra San Martino, animatori dell'oratorio e del doposcuola». Racconta Elena, una giovane volontaria: «Un bambino rom è come tutti gli altri: ha voglia di scoprire, di essere ascoltato e valorizzato. Quest'esperienza ha cambiato anche me: con la conoscenza personale vinci un tabù». Il parroco don Giuliano Savina spiega il significato pastorale dell'accoglienza: «Ciò che ci è chiesto è vivere il Vangelo. A chi ti chiede il mantello: daglielo! A chi ti chiede di fare un miglio: tu fanne due! Aver offerto a questa famiglia la possibilità di integrarsi testimonia ancora una volta che il Vangelo permette, a chi lo accoglie, di conoscere la bellezza della vita».
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