sabato 22 ottobre 2016
Una solidarietà capace di gettare un ponte tra due continenti, per superare anche la malattia. A portarla a buon fine sono stati i medici del Policlinico San Matteo di Pavia che hanno eseguito un trapianto di rene da vivente su una donna senegalese di 25 anni, sposata con un italiano e residente a Piacenza. A donare l'organo la sorella, 21 anni, che ha potuto raggiungere l'Italia dal Senegal grazie all'opera di alcuni volontari, l'interessamento del Console nel Paese africano e un finanziamento assicurato dalla Chiesa Valdese.Al San Matteo è il primo trapianto con questa modalità, tra i pochissimi in Italia, e il prelievo mininvasivo è avvenuto in concomitanza con il trapianto sulla sorella maggiore. Gli esperti del Policlinico pavese ricordano come il trapianto di rene sia la migliore terapia possibile per i pazienti affetti da insufficienza renale terminale. Da qualche anno la comunità medico-scientifica internazionale ha dato vita a programmi per promuoverli e aumentarli. Tra questi, il più importante e il più efficace è appunto quello della donazione di rene da vivente, che permette al paziente di ricevere un organo da un donatore consanguineo. Una grande opportunità che di fatto annulla i tempi di attesa (oltre 2 anni e mezzo), necessari in genere per trovare un organo compatibile da donatore cadavere. Il trapianto sulla giovane senegalese, inoltre, è il primo previsto di un "pacchetto" concordato sempre tra il Policlinico e alcune associazioni di volontariato. Gli altri 2 pazienti individuati saranno trattati prossimamente.
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